EURO 2020 – Il calcio superumano e la vista aumentata degli svizzeri

Dentro un europeo che rilancia i conflitti sui diritti, dentro e fuori dal rettangolo di gioco, emerge una nuova tecnologia per aumentare le potenzialità della vista umana

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Come spesso accade in queste competizioni lunghe un mese le partite iniziano a diventare avvincenti dagli ottavi di finale, quando le squadre si affrontano nelle eliminazioni dirette. Ma certo questa edizione degli Europei, ritardata dalla Pandemia, sembra portarsi dietro un’infinità di problematiche “fuori campo”, anche se poi hanno a che fare decisamente con il rettangolo di gioco.

E’ il sonoro il primo elemento che spicca nella visione di queste partite. Basta con le urla dalle panchine, finalmente in calcio, che era precipitato all’era del muto, è tornato al sonoro! Gli spalti sono pieni, nei paesi più a est, o mezzi pieni, in quelli più occidentali, ma certo non desolatamente ancora vuoti come quelli della Coppa America che si sta svolgendo contemporaneamente in Brasile.

Ma in questo ritrovato rapporto con il pubblico l’Europeo di quest’anno sembra inevitabilmente vittima delle battaglie mediatiche simboliche dei nostri tempi. Ogni momento pubblico, ogni occasione di grande appeal internazionale, è quello giusto per rilanciare battaglie (peraltro sacrosante) come quelle dei diritti. E tra inginocchiamenti e stadi arcobaleno, tutta la Manifestazione sembra incapace di “prendere posizione”: da una parte si vieta di colorare lo stadio di Monaco, dall’altra ci ritroviamo con gli sponsor a bordo campo che colorano di arcobaleno le loro pubblicità. E lo stesso inginocchiamento in favore del Black Live Matter, da spontaneo grido di rivolta degli sportivi di colore, è stato trasformato in una sfida di partiti, quasi un obbligo morale per alcuni, una difesa della libertà di scelta per altri (dove magari nascondere anche i propri pregiudizi). La forza simbolica di un atto di ribellione contro le violenze subite dai neri, sembra quasi diventato qualcosa da mettere ai voti, per di più tra calciatori che vivono perennemente in una personale bolla, che gli impedisce spesso di sapere esattamente di cosa si stia parlando…

Ma se lo spettacolo dei diritti, che personalmente trovo più efficace come libera scelta di chi li rivendica piuttosto che mera “imitazione” dell’onda corrente, resta il leit motiv di questa prima parte della manifestazione (il gol vincente della Germania contro l’Ungheria dopo che gli ultras fedeli a Orban li avevano insultati per tutta la partita per la loro scelta

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di indossare una fascia arcobaleno, resta un momento nodale di questo conflitto simbolico), le scelte “divisive” della nazionale italiana sembrano davvero rispecchiare la pochezza del dibattito politico attuale, e si è arrivati al punto che persino sull’omaggiare con la fascia al lutto la scomparsa di Giampiero Boniperti, tecnici e calciatori si siano divisi sulla scelta… Forse l’Italia non è mai uscita veramente dall’epoca dei comuni…

Se ci ha colpito la particolare simmetria delle due partite Spagna-Croazia e Francia- Svizzera (con il tweet che riprende graficamente l’incredibile andamento parallelo delle due partite nei 90 minuti), è proprio quest’ultima la vera grande sorpresa del torneo. Gli svizzeri, arrivati terzi nel girone dell’Italia, sono riusciti nell’impresa di eliminare i campioni del mondo in carica e i grandi favoriti del torneo. Come hanno fatto? Forse con degli occhiali per la vista aumentata!

No, non siamo dentro il film di John Carpenter, quel magnifico Essi vivono dove le lenti scure permettevano di svelare una realtà molto diversa da quella apparente, ma dentro un vero e proprio esperimento scientifico in cui l’azienda giapponese Vision Up, ha permesso ai giocatori elvetici di provare questa nuova tecnologia, ovvero gli Strobe Glasses.

Che cosa sono? “Gli occhiali dell’azienda giapponese, grazie a stimoli visivi, prevengono la degenerazione della cornea. Una volta indossati iniziano ad emettere una serie di luci intermittenti che danno l’impressione di essere ciechi per alcuni istanti. Questo serve per stimolare il bulbo oculare e i muscoli e i movimenti dell’occhio. Nello specifico i portieri sono anche stati allenati con unalente “slow-motion” che rallentava la loro percezione della realtà. Da Vision Up dicono che questi allenamenti possono aumentare il senso dell’anticipo e diminuire i tempi di reazione. Dall’azienda giapponese dicono che basta indossare gli occhiali per 15 minuti ogni due o tre giorni per un periodo che va dai due ai tre mesi per incrementare del 10% la capacità visiva personale” (Cit. tecnologia.libero.it/.)

Insomma gli svizzeri sono i primi, nel calcio a cimentarsi con una sorta di realtà aumentata della visione, che già diversi nostri atleti stanno sperimentando in altre discipline. GLI OCCHI VEDONO, IL CERVELLO CODIFICA, IL CORPO SI MUOVE, recita il claim dell’azienda che li distribuisce, in questo nuovo tentativo di creare un corpo aumentato, di capacità superiori a quelle “umane”.

Sarà per questo che Sommer, il portiere della Svizzera, è riuscito a parare il rigore di Mbappè, il giocatore più forte e rappresentativo della Francia?

Quelle che al momento possono apparire come delle trovate pubblicitarie, potrebbero diventare nei prossimi anni dei nuovi standard. Per passare dal calcio degli uomini a quello dei supermani…

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