Fabrice Luchini presenta “La Corte”

L’attore ha presentato a Roma L’Hermine, il film di Christian Vincent grazie al quale si è aggiudicato la Coppa Volpi durante l’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia

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Fabrice Luchini, noto in Francia per le sue doti di attore teatrale e cinematografico, ha presentato a Roma La Corte, il film di Christian Vincent grazie al quale si è aggiudicato la Coppa Volpi durante l’ultima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

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Nel film Luchini interpreta la parte Presidente di una Corte di Assise francese, che ha una vita privata scarna e solitaria e che concentra tutte le sue energie nel suo lavoro in tribunale, l’unico luogo in cui riesce ad esprimere al massimo le sue potenzialità, come un attore sul suo palcoscenico preferito. “Questo giudice è un uomo mediocre nel privato – sottolinea Luchini – ma ogni volta che indossa la toga riacquista la sua grandezza. Per prepararmi alla parte ho assistito a un processo reale ed è stato un esperimento molto interessante, perché ho verificato quanto sia garantito in Francia il diritto alla difesa, e posso dire che al momento sia una delle poche cose che funziona ancora in un clima di qualunquismo, simile a quello che si respira in Italia, in cui il dibattito è annullato e la nazione è oppressa dal conformismo nella politica come nel cinema “.

“In Francia ogni anno si producono oltre 300 film – aggiunge Luchini – e non credo che ci siano così tante persone che hanno qualcosa da dire con genialità e ispirazione, ma c’è il mercato, dunque il cinema viene supportato dal governo. Lo stesso Nanni Moretti ha espresso la sua invidia per quanto la Francia faccia per il cinema. L’italia negli anno ’60 era più grande della Francia in questo campo, e poteva vantare registi come Scola e Fellini che non avevano nulla da invidiare a Hitchcock, ma l’orrore della televisione ha distrutto tutto. La Francia ha solo preso le giuste misure per proteggersi da questo scempio”.

Fabrice Luchini oltre ad essere un grande attore è anche un grande umorista. Ma in che direzione sta andando l’umorismo in questo momento di grande crisi economica e spirituale? “Siamo schiacciati dall’umorismo e anche questo è destinati a diventare conformismo. Il riso è diventato triste e meccanico, come le risate registrate che si ascoltano in tv. L’umorismo dovrebbe nascere da un atto di trasgressione nella logica, invece è diventato istituzionalizzato, fatto per essere dato in pasto ai piccoli borghesi mediocri che si nutrono di tv. Seguendo questa tendenza hanno snaturato l’umorismo e abbrutito il mondo”.

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