Falling for Christmas, di Janeen Damian

Commedia su misura di Lindsay Lohan. La proposta Netflix di Natale sarà in grado di rilanciare la carriera dell’attrice, che spesso sembra parlare di sé stessa nel film?

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“Io non so cantare…”“Chi te l’ha detto?”. Questo è solo uno dei molti scambi che palesano la natura quasi metacinematografica di Falling for Christmas di Janeen Damian, freschissima commedia natalizia con protagonista la rediviva Lindsay Lohan. L’esordiente regista, già produttrice e sceneggiatrice col marito Michael Damian di numerose pellicole per famiglie, non solo permette a Netflix di appropriarsi della classicità con un plot che più standard sarebbe impossibile, ma restituisce all’attrice quel dialogo da tempo assente col (suo) pubblico. Sì perché se sul film in sé, al di là della struttura squisitamente televisiva smossa solamente da inutili dronate in cabina di regia, ci sarebbe poco da dire, ben più interessante si rivela il lavoro sull’immagine della protagonista.

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Ma andiamo con ordine. Sierra Belmont (Lohan) è l’ormai non più giovanissima figlia viziata di un magnate dei resort sciistici di lusso. Fidanzata con un influencer vanitoso e veniale, è in dubbio sull’accettare un lavoro in azienda inventato a posta per lei dal padre. Ritrovatasi suo malgrado sulla cima di un monte innevato con l’irresponsabile compagno, che la porta lassù per farle la proposta e postare tutto sui social, la ragazza viene colta da una provvidenziale folata di vento e cade in un dirupo. Qui viene salvata da Jake Russell (Chord Overstreet, ex stella di Glee), vedovo proprietario di un Bed&Breakfast in crisi con brillante figlioletta e saggia suocera al seguito. Unico problema: Sierra non ricorda proprio nulla, nemmeno il proprio nome, della vita prima dell’incidente.

Come possa andare a finire una trama del genere chiunque lo indovina grazie ad anni e anni di produzioni nordamericane tutte uguali. In particolare, sulla linea di un certo “realismo magico” tipico del prototipo hollywoodiano e dei seguenti cloni canadesi ormai prodotti in serie, si registra l’intervento di un Santa Claus deus ex machina fin dall’inizio della vicenda. Inoltre, per aggiornare il format ad un presente inclusivo (pur mantenendo un assetto morale conservatore) si riconoscono la diversità etnica e sessuale nel cast e una certa satira sulle nuove tecnologie. Insomma, con Falling for Christmas la piattaforma sembra dare sfogo esattamente all’algoritmo che Boris 4 ci ha rivelato senza tuttavia dimenticare le musiche, i colori e i tempi comici di un filone che ha regole precise.

Ma come si è detto in apertura, nell’operazione Netflix c’è pure qualcosa d’altro. C’è Lindsay Lohan. Con un corpo ormai maturo a fare da contraltare agli intaccati occhi verdi di bambina, la chioma rossa, le labbra non più naturali e gli zigomi forse ritoccati a limitare la flessibilità espressiva, ma anche l’entusiasmo di una trentaseienne che si ricorda di essere una diva e soprattutto (cosa non scontata) di saper recitare. Ed ecco la dimensione meta di cui sopra, legata all’immagine che il film tende a dare di Li-Lo, novella Cenerentola, rinnovata icona. Di più, la solita fenice che rinasce dalle ceneri di una gioventù bruciata che tramite le possibilità finanziarie di un sistema estraneo alle vecchie Majors ottiene finalmente la sua seconda possibilità con il ruolo giusto al momento giusto.

L’evidenza che la sceneggiatura di Falling for Christmas sia stata fatta su misura dell’attrice non tarda a palesarsi quando la sorprendiamo a parlare fra sé e sé (quindi con lo spettatore) di fallimenti e sogni. “Tu chi sei?” si domanda davanti a uno specchio la smemorata Sierra. Chi è questa ex enfant prodige targata Disney che dopo un decennio di successi, i problemi giudiziari e umani, The Canyons di Paul Schrader e un recentissimo rebranding, ora sembra aver ritrovato la via? Intanto non va sottovalutata l’uscita in contemporanea col film di una sua versione di Jingle Bell Rock, che ovviamente riporta la mente ai bei tempi di Mean Girls. Come sappiamo, Lohan ha un passato da wannabe popstar con un paio di album editi all’apice della riconoscibilità e un singolo intitolato Back to Me uscito qualche anno fa a comprovare il lungo e faticoso processo di recupero. Vedremo.

Titolo originale: id.
Regia: Janeen Damian
Interpreti: Lindsay Lohan, Jack Wagner, Chord Overstreet, George Young, Olivia Perez, Blythe Howard, Sean Dillingham, Antonio D. Charity, Kate Rachesky, Chase Ramsey, Cat Hammons, Lonzo Liggins
Distribuzione: Netflix
Durata: 93′
Origine: USA, 2022

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3
Sending
Il voto dei lettori
2 (6 voti)
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