"Fame chimica", di Antonio Bocola e Paolo Vari

Indipendente e coraggiosa: opera sui corpi sensibili in ambiente troppo chimico. Nella periferia immaginaria, gli sguardi non si lasciano contaminare da estetiche "accentratrici", calando ineluttabilmente esistenze ciondolanti, miscele inquinanti ed esplosive, tra spazi più vivi e filtrati dal desiderio di scoprire la fragranza letale.

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Se con Che ne sarà di noi il consumatore di cinema e di storie imbellettate presume che i prodotti siano adeguatamente testati e sicuri da ogni possibile effetto tossico, Fame chimica (come in parte, Fate come noi), è una formula semplicemente chiara dove gli ingredienti non sono celati. I giovani della piazza "Yuri Gagarin" sentono di vivere una disabilità invisibile e lasciano scorrere il tempo, per sostare su una panchina tutto il giorno e aspirare gli scarichi o scarti della cultura al centro. La periferia non è un'appendice, è un filtro della catena esistenziale, un incrocio estasiante. Indipendente e coraggiosa: opera sui corpi sensibili in ambiente troppo chimico. Nella periferia immaginaria, gli sguardi non si lasciano contaminare da estetiche "accentratrici", calando ineluttabilmente esistenze ciondolanti, miscele inquinanti ed esplosive, tra spazi più vivi e filtrati dal desiderio di scoprire la fragranza letale. La periferia è una polveriera, un laboratorio di esperimenti e di riscatto per chi negozia sicurezza con la libertà. Sicurezza dai neri, profanatori di giardinetti, dai composti di degrado sociale che si decompongono con altre sostanze inquinanti. Ma il prodotto "profumato" è più letale, più irritante o allergico della sostanza originale, dei ritmi sporchi, affannosi e arrabbiati della macchina da presa, dei volti marginali, della faccia in primo piano di Luca Zulù Persico (99 Posse). La periferia è una dimora, uno stato divoratore: non un limbo, un non-luogo desertificato e scorporante. Scoprire che lo schermo protettivo, di sbarramento è saltato tra la metropoli e la sua realtà suburbana: è stato rimpiazzato da un'infinita quanto inattaccabile, dissolvenza funerea dove il cinema si sente e si subisce.

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Regia: Antonio Bocola e Paolo Vari


Sceneggiatura: Antonio Bocola, Paolo Vari, Simona Giacomelli, Francesco Scarpelli, Gianfilippo Pedote


Fotografia: Mladen Matula


Montaggio: Maurizio Grillo


Musiche: Luca Persico


Scenografia: Igor Ronchese, Nicola Pellegrini, Chicco Longo, Alessio Baskakis, Luigi Maresca


Costumi: Sabrina Beretta


Interpreti: Marco Foschi (Claudio), Matteo Gianoli (Manuel), Valeria Solarino (Maya), Teco Celio (Padre Claudio), Mauro Serio (Commissario Di Natale), Umberto Terruso (giovane poliziotto), Mimmo Allanprese (Cuccu), Luca Persico (Zulù), Joel Bossi (Damon)


Produzione: Cooperativa Gagarin, Ass. Fame Chimica, UBU Film, Filmmaker


Distribuzione: Lucky Red


Durata: 97'


Origine: Italia, 2003

 


 


 

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