Fancy Dance, di Erica Tremblay

Risulta piuttosto piatto sia su un piano narrativo sia estetico e si regge quasi esclusivamente sulle ottime interpretazioni delle protagoniste. Su Apple TV+

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“Il powwow non è solo una danza, è un modo per stare insieme. Sono presenti tutti e si balla. Non è come seguire un corso o qualcosa del genere”. “E come li hai imparati i passi?” “Non lo so, io li faccio da sempre.” Vale per i costumi di una comunità che di fatto costituiscono il patrimonio con cui ciascuno di noi nasce, qualcosa che si acquisisce così presto, immediatamente, semplicemente per la nativa appartenenza ad un contesto, da essere in un certo modo paragonabili al corredo genetico. Perdere il contatto con questi, significherebbe quindi perdere una parte di sé stessi, di chi si è. Questo è il fulcro di Fancy Dance, debutto alla regia di Erica Tremblay, presentato al  Sundance Film Festival 2023 e disponibile in Italia su Apple Tv+ dal 28 giugno.

Il film segue le vicende di una famiglia nativa americana nella riserva Seneca-Cayuga ed in particolare di Jax (interpretata da Lily Gladstone), che in seguito alla scomparsa della sorella, si prende cura della nipote Roki. Quando quest’ultima viene affidata al nonno Frank (bianco e quindi appartenente ad un altro contesto), Jax scappa portandola con sé, con lo scopo di recarsi insieme al powwow, tradizionale raduno dei nativi del Nord America a cui la ragazza partecipa ogni anno.

Fancy Dance quindi, iniziando come il racconto di vite ai margini della società statunitense contemporanea, diventa un road movie all’inseguimento della propria identità che sembra sfuggire. Da un lato Roki, che prova in tutti i modi a mantenere un contatto con le proprie tradizioni che rischia di perdere vivendo con il nonno (la scomparsa della madre è metafora della perdita delle proprie radici), dall’altro Jax, distaccatasi già da tali tradizioni, ma che proprio grazie alla nipote è condotta alla loro riscoperta.

Fancy Dance

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Durante questo percorso le due protagoniste si agitano, padrone assolute di quasi ogni inquadratura, con la Tremblay che decide di restare sempre molto vicina ai loro corpi, di pedinarle lasciandosi guidare dalle loro azioni. Un’operazione opposta a quella di Killers of the Flower Moon, in cui Lily Gladstone, inizialmente elemento centrale della vicenda, ad un certo punto semplicemente sparisce, venendo colpevolmente messa da parte da Scorsese. Qui invece è lasciata libera di muoversi, di stagliarsi su tutti gli altri personaggi, diventando l’incarnazione di un mondo che si agita per non essere rimosso. Il suo corpo rappresenta la lotta dei nativi americani per rimanere, o meglio, per tornare ad essere parte della contemporaneità e non solo un piccolo paragrafo all’interno dei libri di storia.

Reggendosi quasi esclusivamente sulle ottime interpretazioni (non solo di Gladstone, ma anche della giovanissima Isabel Deroy-Olson), il lungometraggio risulta tanto su un piano estetico quanto su un piano narrativo piuttosto piatto, incapace di assumersi quei rischi che un film di una così potente carica politica dovrebbe invece correre e optando sempre per la soluzione più semplice. Fancy Dance presenta quindi i limiti di un debutto per certi versi “timido”, intraprendendo però un discorso pieno di coraggio, che si spera possa essere ripreso in futuro con maggior vigore. Restiamo in attesa.

 

Titolo originale: id.
Regia: Erica Tremblay
Interpreti: Lily Gladstone, Isabel Deroy-Olson, Ryan Begay, Shea Whigham, Audrey Wasilewski, Crystle Lightning, Tamara Podemski, Patrice Fisher, Ryan RedCorn
Distribuzione: Apple Tv+
Durata: 91’
Origine: USA, 2023

 

2.7
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Il voto dei lettori
3 (1 voto)
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