Fango e Gloria, di Leonardo Tiberi
Realizzato per il centesimo avversario della Prima Guerra Mondiale e il novantesimo dell'Istituto Luce, il docu-film di Leonardo Tiberi è un’accurata ricerca storica e un ottimo lavoro di montaggio, ma alla fine si sente però la mancanza di una visione più personale, meno patinata, sul versante delle sequenze ricostruite con attori
Dopo una carriera dedicata quasi interamente alla realizzazione di documentari per la televisione, Leonardo Tiberi ha provato a unire racconto e realtà in un docu-film, esperimento molto ambizioso realizzato in concomitanza con il Centenario della Prima Guerra Mondiale e del novantesimo anniversario dell’Istituto Luce. La storia è dedicata alla leggenda del Milite Ignoto, un soldato senza identità che fu preso ad esempio per dimostrare l’eroismo dei 650.000 soldati italiani che hanno perso la vita durante la Guerra. I protagonisti sono Mario (Eugenio Franceschini), la sua fidanzata Agnese (Valentina Corti), i loro amici e le loro famiglie, ognuno con i propri progetti e i propri sogni che saranno spazzati via dalla Grande Guerra.
Tiberi alterna scene di finzione e di repertorio estrapolate dall’Archivio Luce, su cui è stato fatto un ottimo lavoro di sonorizzazione, colorizzazione e, soprattutto, di rallentamento delle azioni, evitando così l’effetto "alla ridolini" che hanno le versioni originali, e sottolineando il forte impatto emotivo delle scene estrapolate dall'Archivio (come quella dell’affondamento della nave austriaca o il viaggio del Milite Ignoto nella bara per le strade d’Italia).
Più che un lavoro di regia prettamente cinematografica o di interpretazione attoriale nelle sequenze ricostruite, dunque, lo sforzo maggiore è stato posto sul montaggio, e sull’accurata ricerca storica riguardante i costumi e le scenografie: alla fine si sente però la mancanza di una visione più personale, meno patinata.