#Fase2: La ripartenza problematica secondo ANEC e gli Uffici stampa di cinema

Dal 15 giugno riapriranno cinema e teatri in Italia, secondo l’ultimo Dpcm. L’ANEC e gli Uffici Stampa mostrano perplessità sulle modalità della ripartenza, affidata simbolicamente a Tenet di Nolan

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L’ANEC disapprova le misure imposte per la riapertura delle sale cinematografiche, che secondo il presidente dell’associazione Mario Lorini comportano «un’insostenibilità economica e operativa che può minare il riavvio del settore».

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Se da un lato il documento Lo spettacolo in Italia nella fase 2 – Proposte per la ripartenza delle attività e per la riapertura al pubblico, presentato dall’AGIS al Ministro Franceschini qualche settimana fa, auspicava il riavvio delle attività culturali in sicurezza e rivendicava finanziamenti in ausilio alle realtà più in difficoltà, rimangono ancora delle perplessità sulla modalità di riapertura, fissata per il 15 giugno per cinema e teatri. Il Dpcm del 17 maggio 2020 prevede anche aiuti economici per i lavoratori dello spettacolo in difficoltà (dagli sgravi fiscali, al rinnovo del bonus d’indennità, alla proroga della cassa integrazione e all’aumento dei fondi d’emergenza stanziati)

L’ANEC richiede un confronto urgente con le forze di Governo, per discutere le nuove disposizioni: come previsto, le limitazioni al numero di spettatori penalizzeranno le sale al chiuso (con un tetto massimo di 200 spettatori, contro i 1000 concessi per le arene all’aperto). Sono inoltre imposte dall’Allegato 9 del Decreto misure di distanziamento interpersonale di almeno un metro tra gli spettatori e tra gli artisti stessi (provvedimento quasi impossibile da rispettare nel caso degli spettacoli teatrali dal vivo), oltre alla misurazione della temperatura corporea e all’impedimento dell’accesso in caso che essa superi i 37,5 ° C.

Rimane l’obbligo della mascherina per il pubblico durante la fruizione degli spettacoli e il divieto di consumare cibi e bevande (dunque anche della vendita stessa al bar, uno degli introiti principali delle grandi strutture cinematografiche); anche i lavoratori a contatto con il pubblico dovranno sempre indossare i dispositivi di protezione e impegnarsi a garantire le distanze tra gli utenti anche nelle zone adiacenti alle sale (presso biglietterie, sportelli informativi, foyer, bagni). Dovrà essere garantita un’adeguata pulizia e un’igienizzazione periodica di tutti gli ambienti chiusi, durante gli intervalli tra i diversi spettacoli svoltisi nella medesima giornata. 

È evidente che, specialmente nel caso delle proiezioni al chiuso, risulta piuttosto complicato rispettare il consueto svolgimento delle attività durante il periodo estivo, visto l’obbligo della mascherina, il distanziamento sociale, il divieto di assumere cibo e bevande, tenendo presenti le problematiche derivanti dall’uso di sistemi di ventilazione e di condizionamento dell’aria.

Alle tante preoccupazioni, in particolar modo per le piccole sale presenti sul territorio che stanno affrontando grandi difficoltà — come già sottolineato nella lettera aperta per il sostegno dell’esercizio cinematografico indipendente italiano — si aggiunge quella espressa dagli Uffici Stampa di cinema. 

Con la chiusura delle sale a causa del Covid-19, anche questa categoria di lavoratori dello spettacolo ha affrontato una crisi dovuta all’inattività forzata: quegli “invisibili” che si occupano del lancio pubblicitario dei film sul mercato, di tutta l’attività promozionale correlata e dei rapporti tra giornalisti e artisti, e permettono così la divulgazione, fruizione e condivisione delle opere presso la comunità.

Sulla scia dell’esempio francese — dove i colleghi si sono associati in una piattaforma solidale che riunisce nel CLAP (Cercle libre des attachées de presse de cinéma) i professionisti indipendenti di questo ambito — anche gli Uffici Stampa italiani si sono attivati. Riaffermando orgogliosamente la necessità del proprio operato, si sono uniti in un grido d’indignazione per la loro mancata menzione tra le categorie sofferenti, oltre che per l’assenza di una quota dei finanziamenti statali regolarmente destinata a questo reparto.

In attesa della ripartenza, il settore affaticato sembra puntare tutto sul nuovo film di Nolan, Tenet, la cui uscita prevista per il 17 luglio è stata confermata (in Italia si dovrà aspettare settembre). Proprio a causa del mancato posticipo, questo caso costituisce uno speranzoso esempio per l’intera industria cinematografica. D’altro canto l’elevato budget per la sua realizzazione non consentirebbe una fruizione in streaming, non potendo rinunciare agli incassi al botteghino; inoltre, sembra che la trama soffrirebbe degli eventuali spoiler dovuti a una diffusione online.

Per questo motivo, non è trapelato quasi niente sulla vicenda narrata nell’undicesimo film di Nolan (MementoInsomniatrilogia di Batman, The Prestige, Inception, Interstellar, Dunkirk), un thriller di spionaggio/fantascientifico con protagonisti Robert Pattinson e John David Washington (figlio di Denzel). Persino lo slogan del trailer («Non tentare di comprenderlo, sentilo») suggerisce di lasciarsi trasportare dalla visione. Non resta dunque che attendere: riuscirà il caso Tenet a riaprire la strada al cinema per come lo conoscevamo finora?

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