Fatman, di Ian ed Eshom Nelms

Fatman lascia carta bianca a Mel Gibson per portare sullo schermo un Santa Claus che deve vedersela con l’inferno interiore di chi vive sulla propria pelle tutto il disincanto dell’epoca in cui vive

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Chi ha detto che Babbo Natale debba avere le rotondità dolci e rassicuranti di un pingue vecchio signore sempre allegro e dall’irresistibile risata squillante, per di più vestito di casacca rossa e circondato da un festante seguito di elfi? D’altronde a mostrare una versione alternativa di quel buontempone che ama calarsi dai camini ci avevano già pensato l’allucinata e cupa ballata sulla solitudine di Billy Bob Thornton e Terry Zwigoff o il cazzutissimo Babbo Natale di Kurt Russell, nei due più che riusciti capitoli, targati Netflix, di Qualcuno salvi il Natale. Ed è proprio a partire dal sabotaggio di uno dei personaggi più amati di sempre che Ian ed Eshom Nelms, cercando di scimmiottare la cattiveria dei fratelli Coen e il gusto per la caricatura di Martin McDonagh, si lanciano in una dark comedy dalle tinte più che cupe. Fatman lascia carta bianca nientemeno che a Mel Gibson per portare sullo schermo un Santa Claus dallo sguardo di ghiaccio, stanco e incattivito, che si aggira sull’orlo della sconfitta, mentre deve vedersela con l’inferno interiore di chi vive sulla propria pelle tutto il disincanto di un’epoca a cui non è rimasta neanche più la magia del Natale.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Sì perché, Fatman cerca di lambire i territori del politicamente scorretto e di imbastire un ragionamento sulle contraddizioni e sul fallimento di un intero sistema, che ha sacrificato ogni morale alla logica del profitto. Il tutto, sfruttando il meccanismo narrativo dei capricci di un ragazzino che, condannato alla perdizione e al delirio di onnipotenza dalla mancanza degli affetti famigliari, dopo esser stato premiato con un bel pezzo di carbone per le sue malefatte, decide di fare la festa a Babbo Natale mettendo sulle tracce di Mel Gibson un implacabile killer, interpretato da un luciferino Walton Goggins.

I fratelli Nelms sembrano, insomma, avere tutte le intenzioni di mandare a gambe all’aria la figura di Babbo Natale e con lui i buoni propositi natalizi. Ghigno perenne e ruvidità micidiale che ha ben poco a che fare con la serenità natalizia, Mel Gibson è un Santa Claus tutto americano, con base nel paesaggio innevato dell’Alaska, una pistola sotto il letto, per ogni evenienza, e un assegno annuale firmato dal governo, perché quello di Babbo Natale

fatmanè un brand vendibile, che frutta ogni anno cifre da capogiro. E, con buona pace dello spirito del Natale, posto di fronte al drastico ridimensionamento delle sue entrare, ormai anche i bambini hanno imparato a vendere i loro sogni al miglior offerente, la ribellione di Mel Gibson nei confronti di un sistema che si regge solo sull’etica del consumo è un falso movimento, che finisce per riaffermare l’imperio del sistema stesso. Così, per salvare dal fallimento quella fabbrica di doni che, almeno sulla carta, dovrebbero mantener viva la speranza, Babbo Natale riconverte il suo sistema produttivo e si mette al servizio della produzione bellica statunitense. Senza contare, poi, lo sfruttamento, da sempre perpetrato dall’omone che sfreccia nei cieli la notte di Natale, a danno degli elfi, qui ritratti come figure dal colorito malsano, ma ben felici di incarnare una forza lavoro senza alcun diritto.

Se i fratelli Nelms riescono, a tratti, a muoversi con una certa efficacia tra le contraddizioni di un mondo che ha tradito se stesso, complice soprattutto la presenza dolente e rabbiosa di Mel Gibson, Fatman continua ad incepparsi, oltre che nell’eccessiva semplificazione delle motivazioni del villain, nell’interminabile fase preparatoria che prelude alla resa dei conti, dal sapore western, tra Babbo Natale e Walton Goggins. Il risultato è un film traballante e indeciso, dove il gusto per la dark comedy funziona solo a tratti, per poi fortunatamente riprendersi nella violenza del gran finale.

 

Titolo originale: id.
Regia: Ian ed Eshom Nelms
Interpreti: Mel Gibson, Walton Goggins, Marianne Jean-Baptiste, Deborah Grover, Michelle Lang, Chance Hurstfield, Shaun Benson, Robert Bockstael
Durata: 100′
Origine: USA, 2020

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.2

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

Sending
Il voto dei lettori
4 (2 voti)
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array