FCAAAL 26 – Designing futures, le nuove dimensioni del Festival

L’obiettivo della nuova edizione del FCAAAL è quello di trasportare lo spettatore in una nuova dimensione creativa. L’evocativo titolo Designing Futures suona come una speranza.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

È ormai da anni che seguiamo con partecipazione le vicende di questo Festival e abbiamo osservato tutte le evoluzioni di un manifestazione che non vuole restare solo un’”occasione di cinema”, ma diventare un piccolo evento metropolitano che contribuisca a quello scambio culturale essenziale per la reciproca comprensione. Una sorta di territorio libero nel quale sperimentare non solo la convivenza, ma anche la ricerca di comuni radici culturali.
La sfida si rinnova quest’anno tra il (sempre) difficile equilibrio contabile e le scelte che diventano ricche e piene di opportunità. In questa edizione il Festival vuole sottolineare la propria proposta culturale nell’affermazione che suona come una speranza Designing Ryuzo and the seven henchmen, KitanoFutures ispirato al titolo evocativo dell’ultimo LagosPhoto Festival. L’obiettivo è quello di trasportare lo spettatore in una nuova dimensione artistica, creativa e innovativa attraverso le visioni dei registi e degli artisti dei tre continenti le cui opere saranno ospitate.
La settimana dell’edizione n. 26 del Festival si aprirà il 4 aprile per concludersi il 10 e sarà quest’anno inaugurata dal nuovo film di Takeshi Kitano, autore sempre molto atteso dal popolo dei festival. Il quasi settantenne maestro giapponese, ritrovando il gusto della commedia e di una leggerezza che solo l’età può regalare, con Ryuzo and the Seven Henchmen ha girato un film su sette vecchi esponenti della Yakuza che hanno intenzione di rimettere in piedi gli affari di famiglia. Dovranno vedersela però con i giovani rampolli della nuova malavita.

Stop, Ki DukDue anteprime di livello quest’anno nel programma del festival, oltre al già citato film di Kitano. Il primo è nella sezione Flash che raccoglie le opere Fuori concorso e si tratta di Stop il nuovo film di Kim Ki Duk. Realizzato con un budget minimo e prodotto in assoluta autarchia dal regista coreano che riscopre così il piacere di essere un factotum della propria arte. Dedicato alla tragedia di Fukushima denuncia, sotto la forma di un eco – thriller, gli errori umani che hanno portato alla sciagura ecologica. In altra forme Garin Nugroho con Chaotic Love Poems, nella stessa sezione, racconta la sua Indonesia utilizzando gli stili cinematografici che si sono succeduti nel corso degli anni.
Una giuria d’esperienza valuterà le opere nella sezione Concorso Lungometraggi Finestre sul mondo: Emanuela Martini direttrice del Festival di Torino, l’attrice italo – filippina Alessandra De Rossi e Alex Moussa Sawadogo, direttore di Afrikamera Berlin uno dei principali festival di cinema africano che si svolge in Germania.
Nella sezione principale alcune interessanti anteprime europee: Rosa Chumbe del Rosa Chumbe, Chiangcino-peruviano Jonatan Relayze Chiang (premiato quale Miglior Film al Festival di Lima e Premio Fipresci a Montréal), tra polizia e miracoli la storia di Rosa, agente di polizia a Lima con il vizio del gioco e We’ve Never Been Kids di Mahmood Soliman. È un documentario che racconta 13 anni di vita di Nadia e dei suoi tre figli che diventa un modo per raccontare gli anni caldi della storia moderna dell’Egitto. Nella stessa sezione Mina Walking dell’afghano Yosef Baraki annunciato a breve anche per la distribuzione italiana. La storia di una vitale adolescente che vive nel paese devastato dalla guerra. Atteso anche il film d’esordio della tunisina Leyla Bouzid, figlia di Nouri Bouzid più volte ospite del festival. A peine j’ouvre les yeux, presto distribuito in Italia, racconta la storia di Farah cantante in un gruppo rock che i genitori vorrebbero vedere studentessa di medicina.
Monk comes down the mountains,  KaigeLa sezione E tutti ridono…, dedicata alla commedia, oltre al film di Takeshi Kitano quest’anno ospita anche un’altra opera di rilievo: Monk Comes Down the Mountains film firmato di Chen Kaige che, attraverso una visione tra lo humor e lo zen proprio del wuxia e avvalendosi di immagini di grande potenza visiva, mette in scena le vicende di un personaggio sorprendentemente comico: il monaco He Anxia. Il film è diventato campione d’incassi in Cina con 7 milioni di dollari nella sola giornata di esordio ed è stato il 4° film al mondo per incassi nel 2015 dopo tre film di Hollywood. Il Festival lo presenta in collaborazione con l’Istituto Confucio dell’Università degli Studi di Milano.
Anche per questa edizione la produzione di cortometraggi africani trova una adeguata vetrina nel festival nella consolidata sezione del Concorso Cortometraggi Africani. Tra i film più interessanti sicuramente dal Lesotho, The Mocked One, di Lemohang Jeremia Mosese film pienamente aderente ad un’epica africana carica di miti ancestrali. Narra invece la storia del ritorno al proprio paese d’origine di Abdoulaye, ragazzo francese di origine africana, Terremere di Aliou Sow, vincitore al Festival di Carthage.
La sezione Extr’A è come ogni anno dedicata ai film di registi italiani legati al continente africano e tra i titoli un’anteprima mondiale: My name is Adil di Adil Azzab, giovane filmmaker di origini marocchine emigrato in Italia a 13 anni. Il film che è un viaggio nella vita del suo autore, è stato realizzato in collaborazione con un team creativo di The Mocked one, Moseseprofessionisti milanesi e finanziato anche con iniziative di crowdfunding.
La sezione tematica Designing Futures contiene una selezione di film in anteprima italiana sui movimenti rivoluzionari politici, sociali e artistici dell’Africa contemporanea. Le voci delle nuove generazioni dei filmmaker metropolitani nati in Africa e cresciuti nel mondo racconteranno la nuova identità africana secondo una prospettiva rivoluzionaria.
In quest’ottica anche la mostra fotografica Designing Africa 3.0 che si inserisce nella XXI Triennale. L’iniziativa porta il marchio della African Artists’ Foundation e il Festival di Milano, per la prima volta in Italia, offre un’ampia selezione di fotografie dalla VI edizione del LagosPhoto Festival, curata dal suo direttore e fondatore Azu Nwagbogu con Martina Olivetti. Il LagosPhoto è il primo festival internazionale dedicato alle arti visuali e alla fotografia contemporanea in Nigeria.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
--------------------------------------------------------------
CORSO COLOR CORRECTION con DA VINCI, DAL 5 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative