Felicità, di Bruno Merle

Torna dopo 13 anni il francese Bruno Merle con questa commedia on the road dove i suoi freaks cercano l’agognata normalità, forse irraggiungibile. #RomaFF15

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Timothée, dopo esser uscito dal carcere, ha promesso a sua figlia, Tommy, che questa volta riuscirà ad accompagnarla in tempo per il suo primo giorno di scuola. Arrivare in orario, per la piccola, significa riuscire ad entrare a far parte di un gruppo e normalizzare quella vita fatta di eccessi insieme ai genitori. Sono degli outsider quelli di Bruno Merle che cercano, sotto mentite spoglie, di entrare a forza dentro quel mondo che in realtà, per natura, non gli appartiene.

Il regista era fermo da quasi tredici anni e aveva già parlato di freaks che cercano di sabotare dall’interno il sistema. Il suo clown, in Heroes, film diretto dal regista francese nel 2007, era già disposto a tutto pur di sentirsi “normale” ed accettato.

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E se in Heroes il tutto veniva marcato fino ad armare Pierre il clown, che quasi anticipava la rivolta del Joker di Phillips, qui lo stile sognante è mantenuto, ma l’aggressività viene affievolita per favorire un tipo di racconto che può incontrare ancor più facilmente il gusto del pubblico.
Tommy, interpretata dalla figlia stessa del regista, è una ragazzina che vive nei silenzi, che non riesce a dialogare se non con un astronauta che simula quel suo io interiore che vorrebbe fuggire da quel mondo che non ha più voglia di ascoltare. Vorrebbe rimanere sospesa nel silenzio dello spazio mentre il padre continua a vivere nell’illegalitá.
Ad un certo punto il film diventa quasi un road movie, una corsa contro il tempo, dove la famiglia fugge cosciente di non poter mai trovare una situazione di stabilità. Si cresce e si cerca di superare le proprie paure tutti insieme, ma c’è sempre qualcos’altro da cui dover fuggire. Solo alla fine si arriverà alla comprensione che è proprio quel girare sempre in tondo con macchine rubate che rappresenta la loro vera stabilità. È in quella fuga dalle convenzioni che si nasconde la felicità del titolo.
L’importante non è il primo, e anche ultimo, giorno di scuola, l’importante è il rumore delle risa alle battute di quegli imperfetti genitori, che nonostante tutte le brutture, sono la famiglia che sempre ci accetterà.

Bruno Merle avrebbe potuto ancor di più abbruttire i suoi personaggi e il mondo da cui fuggono, che in realtà sembra anche fin troppo perfettino, prendendo seriamente ad esempio il Freaks di Browning, visto in tv da Tommy e il padre (vero punto esegetico di tutto il film). Felicità indubbiamente avrebbe potuto dare molto di più, soprattutto in cattiveria, ma è un film che riesce a creare un buon miscuglio tra drama, coming of age e comedy.

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
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