FESTA FRANÇOIS TRUFFAUT – Baci rubati

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E’ nelle peripezie tragicomiche e malinconiche dei Baci rubati che risiede la forza di Truffaut. Girato nei giorni delle contestazioni, la rivoluzione del regista è trasmessa da ogni gesto del suo Antoine. Le risate di fronte alle prediche dei suoi superiori, l’incapacità di non finire nessun lavoro sono tutte piccole tappe di una guerra estenuante che il regista/protagonista lotta contro un sistema opprimente

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francois-truffaut-baci-rubati.jpg (625×406)Que reste-t-il de nos amours? Cosa resta dei nostri amori, canta Charles Trenet sulle immagini del cancello sigillato della Cinematheque. Cosa resta, infatti, di tutti quei baci rubati da una giovinezza feroce e perduta, dove finiscono quelle emozioni strappate a forza da quei vent’anni spensierati e eroicamente ridicoli che, dopo averci illusi e travolti come un fiume in piena, ci hanno abbandonati, condannati alla dittatura del definitivo, la morte tragica del provvisorio? Francois Truffaut, con Baci rubati, ritrova il suo figlio/alterego Antoine Doinel alle soglie dell’età adulta. Congedato in malo modo da un esercito ottuso e volgare, Antoine si ritrova in un mondo diverso, dove non può fare altro che girovagare senza sosta, in cerca di un lavoro, una donna, un senso. E’ nelle peripezie tragicomiche e malinconiche del ragazzo che risiede la forza della contestazione di Truffaut. Girato nei giorni delle contestazioni, la rivoluzione di Truffaut è trasmessa da ogni gesto del suo eroe. Le risate di fronte alle prediche dei suoi superiori, l’incapacità quasi matematica di non riuscire a portare a compimento nessun lavoro, il corteggiamento involontario e naif con cui riesce a sedurre la bella moglie del borghese affamato d’approvazione, sono tutte piccole tappe di una guerra estenuante che il regista/protagonista lotta contro un sistema asfissiante e opprimente, con i suoi simboli, le sue ipocrisie e le sue regole sociali. Per combattere il mondo della reazione non c’è altro modo di aggrapparsi con tutte le forze all’indefinitezza e alla follia della propria testarda gioventù.

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bacirubati-00004.jpg (560×336)E’ proprio l’attrazione-repulsione che lega Antoine alla sua amata Christine, il loro modo infantile di prendersi e lasciarsi, di deridersi e cercarsi, di provare in tutti modi a ignorarsi per poi tornare, senza resistenze, ad essere ancorati alla vita dell’altro che risiede il compimento del suo destino. Truffaut, infatti, nella sua spietata e saggia lungimiranza, fotografa il più limpido, forte e inebriante elogio della stupidità eroica della giovinezza, inserendone allo stesso tempo dentro tutti gli evidenti segni della sua sconfitta. L’amore è dunque sia la spada con cui il ragazzo si difende, con un sorriso, dagli ostacoli di una società borghese , sia la strada dorata che lo porterà tra le braccia di Christine, in quel talamo pre-nuziale e in quella colazione condivisa segni premonitori della (banale) quotidianità di un matrimonio. Antoine combatte e, vincendo l’amore, perde. Dal ragazzo che gioca a lavorare (travestendosi da portiere di notte e investigatore privato) diventa un uomo, un marito, un lavoratore a cottimo. E’ chiaro quindi che baci rubati parli in modo ostentato di Vita. Una Vita, continuamente scandita ad ogni attimo che passa. Un’Esistenza che dalle fatiche dell’infanzia e dalle commozioni dell’adolescenza, precipita irrimediabilmente all’Ovvio, allo Schematico, alla Morte. Il coraggio e l’unicità di Truffaut, però, sta nella gioia con cui racconta la causa persa (universale) dei vent’anni (di ognuno di noi), nella forza che mette a sottolineare che nonostante tutto queste piccole e assurde battaglie vadano vissute fino in fondo, in tutta la loro eroica effimerità. Perché finche si è giovani, qualsiasi succeda, si ha sempre ragione.

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Titolo originale: Baisers volés
Regia: François Truffaut
Interpreti: Jean-Pierre Léaud, Delphine Seyrig, Claude Jade, Michael Lonsdale, Harry Max
Origine: Francia, 1968
Durata: 90'

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