Festival del Cinema Africano, d'Asia e America Latina 19 – Nothing but the truth, di John Kani (Concorso Migliore Film Africano)

Il sudafricano John Kani consegna alla manifestazione milanese un film complesso e strutturato in cui i tragici eventi di una famiglia si trasformano in tragicità collettiva. La verità e il perdono anche attraverso la menzogna sono il tema del film che, proprio per la sua complessità, assume svariate derive narrative.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------
Si sente, nel cinema che proviene dai Paesi il cui tessuto sociale è stato devastato da un passato di profondo e radicato razzismo, una grande voglia di verità. Il film di John Kani affronta proprio questo problema attraverso una storia familiare che si sovrappone alla storia recente del Sudafrica.
La morte del fratello lontano e la preparazione del suo funerale, daranno l’occasione a Sipho di aprire il vaso di Pandora della memoria della sua famiglia.
Sipho – personaggio protagonista interpretato dallo stesso regista – è un sessantenne vice bibliotecario, il fratello è morto lontano e la sua salma sta per tornare in Sudafrica per essere seppellita. Per Sipho è il momento di fare emergere qualche verità della sua vita. Davanti alla figlia e alla nipote il suo racconto si fa drammatico quando afferma del proprio sacrificio in favore del fratello considerato un leader della lotta di liberazione. È con forte emozione che Sipho svela i tratti dell’opportunismo egoista del fratello che anche economicamente viveva sulle sue spalle, del suo correre dietro le donne. Ma il dolore più grande è quello di essere stato tradito per tre anni dallo stesso fratello con la sua amata moglie. Ma Sipho, dopo avere perdonato ai bianchi l’assassinio di un figlio, riesce a perdonare anche tutto questo al fratello.
Un racconto che procede per sintesi, che si fa metafora, tragica ed essenziale della storia di un Paese intero.
Il film di Kani, l’ultrasessantenne  regista di questo film, qui all’esordio nel cinema, ma riconosciuto come uno dei maggiori attori e produttori teatrali in Sudafrica, ci suggerisce qualcosa che va al di là della storia e dei suoi personaggi. In questo la struttura spettacolare del film mutua dal teatro che Kani conosce bene. Il tragico familiare che si trasforma in complessa tragicità collettiva. Il suo argomentare è infatti complesso e, nonostante l’apparente linearità della storia che succintamente è stata riportata, il film è complesso e strutturato e molteplici sono le derive narrative della storia, tutte molto ben controllate, che conferiscono a Nothing but the truth un aspetto stratificato, ma in fondo di semplice accesso.
C’è più di una ragione per Sipho di essere infelice. Quando decide di tirare un po’ i conti della vita non può fare a meno di farli anche attraverso le umiliazioni subite, i torti mai vendicati. Finito l’apartheid lui, nero, nonostante ne abbia le qualità e le capacità, non diventerà mai capo bibliotecario dovendosi accontentare di quella vice reggenza che non o soddisfa più. Intanto il Paese vive davanti ai tribunali le udienze per accertare le responsabilità delle brutalità degli anni dell’apartheid. Si incrociano e si sovrappongono, in altre parole, nel film dell’autore sudafricano, temi sociali e personali che danno vita ad un film che solo sotto questo punto di vista appare intricato, ma che poggia moto bene le proprie radici nei temi che affronta e che lentamente svela attraverso questa voglia irrefrenabile di verità.
È proprio questo quindi, a conti fatti, il vero e unico tema del film già preannunciato nel titolo. La necessità di verità e, paradossalmente anche la necessità della menzogna, del loro stretto rapporto dove l’una sembra non esistere se manca l’altra. Se è verissimo, infatti, che arriva sempre un momento in cui la verità va raccontata, senza pietà e andando dritto al cuore dei fatti è anche vero che la lezione umana di Kani si allarga per trasformare il perdono, attraverso una menzogna, in un gesto necessario e quotidiano svuotandolo di qualsiasi sacralità.
Sipho davanti alla nipote, giunta in Sudafrica per il funerale del padre, riaffermerà la figura del fratello confermando del suo impegno per la liberazione del Paese, ottenendo il ringraziamento consapevole della giovane nipote sognando per se una biblioteca di letteratura africana di cui sarà finalmente responsabile.  
 
 
Intervista in inglese a John Kani
 
--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative