FESTIVAL DI CINEMA: SI CAMBIA?Cinque questioni sul fare festival di cinema oggi
Prendendo spunto dal "caso" Torino Film Festival, consapevoli che si tratta di una crisi che ha radici concrete nel sistema festivaliero e culturale italiano, abbiamo aperto un dibattito per riflettere su cosa, come sta cambiando e perché. Interventi di Silvestri, DellaCasa, Sesti, Cosulich,Rondolino, Fumarola, Turigliatto, Vallan, Censi
GLI ARTICOLI PUBBLICATI FINORA:
Black Out! di Federico Chiacchiari 30/12/2006
"Il divo è mille volte più avanti dei politici e dei critici" – Conversazione con Roberto Silvestri 9/1/2007
TORINO FILM FESTIVAL: "Descrizione di una battaglia", di Gianni Rondolino del 25/01/2007
Potere dissoluto, di Donatello Fumarola del 6/2/2007
FESTIVAL DI CINEMA – Questo dibattito… di Federico Chiacchiari del 11/2/2007
LE CINQUE QUESTIONI SUL FARE FESTIVAL DI CINEMA OGGI
1 – Cos'è cambiato nel panorama in cui si fanno i Festival? Cosa è rimasto della grande stagione dei Festival sviluppatasi negli Anni 70/80 sulla spinta dell'Associazionismo Culturale e dei Cineclub? E' ancora attuale? Per chi e perché si fanno oggi i Festival? A quale urgenza rispondono (se c'è ancora un'urgenza…)?
2 – Il nuovo modello emerso dalla Festa del Cinema di Roma, con la sua forte impronta politico/spettacolare, nasce da un progetto politico preciso o è puramente espressione del mutato scenario culturale? Quanto ha modificato l'idea stessa della Formula Festival? E' un modello avanzato, popolare e moderno di uso del cinema oltre l'approccio cinefilo oppure, al contrario, è un uso del cinema arretrato, populista e fortemente televisivo/mediatico?
3 – Quanto è proponibile e accettabile oggi, a livello politico, un modello di sviluppo culturale legato all'evento-festival che sia pura espressione delle istanze di ricerca artistica, della trasversalità degli immaginari, delle poetiche e delle istanze culturali provenienti dal "basso" e da realtà autonome, ovvero non legate direttamente con i centri della politica, delle istituzioni e dei canali di comunicazione di massa?
4 – Partendo dal presupposto che un festival è un organismo dispendioso, in che modo la politica può e deve intervenire sulla gestione del Festival? Qual è il limite all'autonomia di chi gestisce un festival e fino a che punto la politica in quanto amministratrice di finanziamenti pubblici può e deve intervenire sulla gestione diretta dei Festival? In altre parole: un festival si fa perché ci sono i finanziamenti o i finanziamenti servono a fare il festival? Viene prima l'identità del festival o quella dei committenti?
5 – Quanto è importante oggi per un Festival saper fare seriamente comunicazione? E' divenuta centrale nell'ideazione stessa di un festival di Cinema la sua capacità di auto-promuoversi? E poi: cosa determina il "successo" di un festival? Il numero di spettatori presenti alle proiezioni oppure il numero di lettori/spettatori/utenti che lo seguono attraverso i vari mass media? Ovvero, la sua capacità di entrare in risonanza con le istanze del pubblico della città che lo ospita oppure con un pubblico più ampio che segue ormai gli eventi culturali anche a distanza attraverso i media?
LINK PER SEGUIRE IL DIBATTITO/SCONTRO SUL TORINO FILM FESTIVAL
DA SENTIERI SELVAGGI
10/1/2007 – TORINO FILM FESTIVAL: Alberto Barbera risponde…
10/1/2007 – TORINO FILM FESTIVAL: segnali distensivi?
9/1/2007 – Un appello per il Torino Film Festival
8/1/2007 – TORINO FILM FESTIVAL: Barbera ancora dimissionario
6/1/2007 – TORINO FILM FESTIVAL: un messaggio dei direttori
DA
"Una politica miope, arrogante che vuole soltanto apparire" Intervista a Gianni Rondolino
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DA IL MANIFESTO
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