FESTIVAL DI ROMA 2008 – Dov'è l'altro cinema?

L'equilibrista di Paul Klee e Man on Wire di James MarshE’ stata presentata, con tanto di conferenza “a parte” per dargli particolare attenzione, la sezione “Extra” del Festival, quella che dovrebbe raccogliere le sfide della sperimentazione e delle nuove tendenze, un po’ come fanno “Orizzonti” a Venezia e “La Zona” a Torino.

E questa sezione è un magnifico, perfetto contenitore di tutto il cinema possibile di ieri e di oggi. Indirizzato verso il mercato. Che le scelte di campo, aggressive, parziali e curiose le farà proprio il Concorso Ufficiale? Ma questo è un Festival meravigliosamente neo-doroteo: per tutti! E ognuno troverà immagini per i propri occhi stanchi…

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man_on_wireSta prendendo una curiosa direzione l’ex Festa del Cinema, che dopo solo due edizioni ha già cambiato nome nel più lungo e complicato “Festival internazionale del Film di Roma”. Noi lo chiamiamo Festival di Roma e non se ne parli più….

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E’ stata presentata, con tanto di conferenza “a parte”, per dargli particolare attenzione, la sezione “Extra” del Festival, quella che dovrebbe raccogliere le sfide della sperimentazione e delle nuove tendenze, un po’ come fanno “Orizzonti” a Venezia e “La Zona” a Torino.

Ma quello di Roma, lo sappiamo dalla sua fondazione, è un Festival a parte, così talmente dentro la cultura politica italiana da non poterne esserne indenne neppure dopo la defenestrazione del Boss dei Democratici, sostituito dall’incredibile icona della critica, che appariva “vecchio” negli Anni Settanta, ma oggi è ormai davvero un essere di un altro pianeta.

Insomma quello a cui abbiamo assistito in conferenza è il segno di un geniale cambiamento gattopardesco all’italiana, che ci segnala che oggi il gotha del cinema italiano (quel misto di politici, produttori, giornalisti di tv e quotidiani e mensili, qualche Festival) ha trovato in Roma il suo territorio dove sperimentare le nuove applicazioni dell’immaginario “veltrusconiano” (e perdonateci questa citazione grillesca…ma qualcuno suggerisca un termine più idoneo a raccontare l’Italia di oggi e lo premiamo…).

Cosa abbiamo in questa sezione “L’Altro Cinema/ Extra”? Un po’ di tutto. “Autori inconfondibili, thriller sorprendenti, documentari che sembrano romanzi”, per citare la cartella stampa. Attori di fama mondiale (signori, Al Pacino!), e di fama nostrana (Servillo/Verdone), film provenienti da tutto il mondo, con Mario Sesti che spiega che se un Festival, per definirsi internazionale, deve avere almeno 12 nazioni, solo la sezione Extra ne ha ben 15! Siamo ormai alle Olimpiadi del Cinema, e forse è questa davvero una nuova tendenza. E quindi ben vengano film da Iran, Australia, Danimarca, Canada, Spagna, Repubblica Ceca, ecc… Ma non era in crisi l’idea dello Stato/Nazione? Per il cinema no, a quanto pare. Ma se cerchiamo bene nel programma magari troveremo anche qualche film meticcio… o no?

Ma il cinema oggi è anche, forse soprattutto, documentario. Ed ecco che la sezione ne contiene, con il premio Cult al “cinema della realtà” (terribile definizione di documentario oggi, nell’epoca del Mockumentary) e persino un ROMA DOC, con la città raccontata da autori indipendenti (e dentro ci stanno persino i nostri amici Giuseppe Cacace ed Anthony Ettorre, prodi Detouriani con il loro Via Selmi,72, Cinemastation che almeno noi citiamo.. e andatevi a vedere il loro curiosissimo sito!). Ma non mancheranno, ha assicurato il “presidente” Rondi (perche questo Festival non ha un Direttore ma un Presidente? Interessante questione inutile..) gli omaggi a coloro che hanno fatto la storia del cinema italiano. Si rammaricava l’87enne presidente che ormai molti dei suoi amici che hanno fatto il cinema italiano sono scomparsi, ed ecco gli omaggi a Nino Manfredi, Alida Valli e, ultimo arrivato (in Paradiso?), Florestano Vancini. E poi ancora i restauri della “Martin Scorsese Foundation”, con meraviglie come Pandora di Levin, e gli incontri con Olivier Assayas, Michael Cimino (che ci farà vedere le migliori scene di danza del cinema, e speriamo che non ha dimenticato Laurel & Hardy..), David Cronenberg – con tanto di retrospettiva –  e poi la sperimentazione audiovisiva dei corti selezionati da un esperto vero e serio come Bruno Di Marino, i giovani animatori californiani, i ritratti su Bob Marley e Fabrizio De Andre’.

equilibrista-paul-kleeSe a tutto questo aggiungiamo l’altra interessante area di intervento, rappresentata da “Occhio sul mondo/Focus” (curata da Gaia Morrione), che quest’anno concentra la sua attenzione sul cinema brasiliano contemporaneo, abbiamo una visione del cinema a 360°, davvero, sembra non mancare più nulla…

Un magnifico, perfetto contenitore di tutto il cinema possibile di ieri e di oggi. Indirizzato verso il mercato.

Viene il dubbio che forse un Festival potrebbe essere meno ecumenico e doroteo….ed è un peccato che non si faccia anche un delicato omaggio al da poco scomparso Antonio Gava…

Forse che le scelte di campo, aggressive e parziali e curiose le farà proprio il presidente con la sua coordinatrice/direttrice di Ciak,  per il Concorso Ufficiale?

Per il momento ci troviamo di fronte a un gigantesco contenitore di tutto e il contrario di tutto. E se Rondi è stato paragonato al”Divo” Andreotti, il nostro Sesti appare come il magnifico Forlani della critica…. Chissà se interesserà in futuro il cinema di Sorrentino.

Non sappiamo perché, forse suggestionati dal citatissimo documentario di James Marsh, Man on Wire, ci viene in mente un quadro di Paul Klee, L’equilibrista (1923)….

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