FESTIVAL DI ROMA 2010 – "Little Sparrows", di Yu-Hsiu Camille Chen (Concorso)

little sparrows
La giovane regista taiwanese (ma australiana d’adozione) Yu-Hsiu dirige questo dramma, dal vago sentore cechoviano, attraverso una messa in scena che sfrutta ogni dilatazione temporale e ogni “sottolineatura” possibile dello stato d’animo delle protagoniste. Ma nel suo programmatico schematismo dei sentimenti il film risulta fastidiosamente ricattatorio

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Little Sparrows

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

Ultimi giorni di vita per una madre e primi vagiti di seconda vita per le sue tre figlie, i “piccoli passerotti” del titolo. Così potrebbe essere sintetizzato il doloroso percorso che le protagoniste di questo film compiono: Susan sta morendo per un cancro al seno, lo sa e non fa niente per nasconderlo, anzi sprona la sua famiglia ad accettare con serenità questo inevitabile avvenimento. Il perno centrale resta la morte e intorno ad essa ruotano tante vite, tanti accadimenti, che forse ritrovano un senso proprio grazie a quella morte.  La giovane regista taiwanese (ma australiana d’adozione) Yu-Hsiu dirige questo dramma, dal vago sentore cechoviano, attraverso una messa in scena che sfrutta ogni dilatazione temporale e ogni “sottolineatura” possibile dello stato d’animo delle protagoniste. Divide il film in quattro capitoli, ognuno dedicato ad una delle quattro donne, e disegna un percorso di cambiamento e redenzione che dalla morte possa portare a nuova vita, superando i fortissimi disagi che affliggono le esistenze delle tre Little Sparrows. Ma il film, se nella prima mezz’ora affascina e cattura nella sua ricerca ostinata di un naturalismo spinto (notevole l’utilizzo del sonoro iper-amplificato per far percepire ogni piccolo spostamento dei corpi), ben presto scade in una fastidiosa ostentazione dei sentimenti: indugiando in lunghe scene verbosissime che, col ricatto della lacrima facile, costringono lo spettatore ad emozionarsi. Un film, quindi, troppo apertamente ricattatorio per poter essere latore di forte emozione, strutturalmente concepito quasi come un film a tesi: i tortuosi percorsi delle tre sorelle trovano un punto di svolta e risoluzione – sempre e comunque – nella camera d’ospedale della madre. Non si sfugge mai ad un didascalismo di fondo che zavorra la costruzione dei quattro personaggi principali, e paradossalmente gli uomini del film, relegati a soffrire in disparte, appaiono caratteri più convincenti e veriLittle Sparrows è insomma un'opera prima che ha poca fiducia nello spettatore, lo presuppone passivo e guidato. E il cinema rimane qui, per forza di cose, con il fiato molto corto.

 

 

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array