FESTIVAL DI ROMA 2011 – ARIA DI ROMA (2)


Dopo Venezia, anche a Roma. Pillole, frasi colte al volo, curiosità, uscite di testa, collegamenti videocrebrali sfasati, ecc… (Quasi) Ogni giorno dall'Auditorium

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– Amarcord: Ricordiamo il monumentale incipit dell'allora sindaco Walter Veltroni quando presentava nel 2006 la 1° edizione del Festival di Roma: "Roooma non è soltanto la città de La dolce vita ma anche di Caro diario"

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– Sala stampa con temperature tropicali. Senza finestre con volumi di voce a tantissimi decibel. C'è un nuovo giochino. C'è casino, uno fa "shhhhhh" e tutti rifanno "shhhh". Molto divertente. E ogni tanto si sentono anche rumori di ranocchie che gracchiano.

– Sala Lotto. Proiezioni serali. Se fate tardi non preoccupatevi. L'ingresso è consentito per tutta la durata della proiezione del film. Di media ne entrano oltre 30 a film iniziato. Poi un continuo via vai di gente che va, gente che esce, gente che corre. E' una festa. No, un festival, no una festa.

– Una selezione quella del concorso che segue una sua linea, non c'è che dire. La vita del fantasma Kristin Scott-Thomas in The Woman on the Fifth ha preso forma con la figura di Noomi Rapace in Babycall. Nessuna cosa in questo festival è fatta a caso, come potete vedere.

– Conferenza stampa. Arriva all'improvviso un addetto dell'impresa delle pulizie che passa nel pieno svolgimento. Si ferma, osserva e annoiato poi esce.

– Conferenza stampa 2. Pensate che a Roma si facciano delle domande par avere notizie, curiosità e quant'altro? Sbagliato, si fanno soprattutto osservazioni. L'80% delle domande/riflessioni è preceduta anche dal commento del tipo "il suo film mi è piaciuto molto" oppure "l'ho trovato molto bravo/a". Ieri 2 momenti-clou. 1) A Isabelle Huppert la giornalista ha iniziato un panegirico del tipo "Lei che è la più grande attrice europea". Lei lì per lì provava a capire poi rispondeva svogliatamente in attesa che il supplizio dell'incontro finisse. In Francia sono del resto abituati diversamente. 2) A Charlotte Rampling un'altra giornalista diceva che questi incontri stampa le piacciono molto perché ci si conosce, si approfondiscono i contatti. Forse li ha confusi con delle sedute di analisi. Lei alla fine ha replicato con ironia: "Non sono qui a parlare di me. Forse un giorno ci prenderemo una tazza di té insieme"

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