FESTIVAL DI ROMA 2012 – “Il colore della morte”. Incontro con Micha? Skolimowski

jozef e michal skolimowski

Arriva in concorso Ixjana, il nuovo film di Józef e Micha? Skolimowski. A quasi vent’anni di distanza dall’esordio de Gli uomini ombra, che fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia, i figli del grande Jerzy tornano con un thriller psicologico, una storia d’esoterismo, ossessioni morbose, allucinazioni, inganni

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jozef e michal skolimowskidi Maria Vittoria Pellecchia

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Arriva in concorso Ixjana, il nuovo film di Józef e Micha? Skolimowski. A quasi vent’anni di distanza dall’esordio de Gli uomini ombra, che fu presentato alla Mostra del cinema di Venezia, i figli del grande Jerzy tornano con un thriller psicologico, una storia d’esoterismo, ossessioni morbose, allucinazioni, inganni. All’incontro con i giornalisti si è presentato solo Micha? Skolimowski. Il fratello minore, Józef (anche autore delle musiche del film), è morto alcuni mesi fa durante un viaggio in India. Una scomparsa improvvisa che, finora, non aveva avuto alcuna risonanza mediatica.

 

Quale è stata la principale suggestione letteraria di Ixjana?

La principale è senza alcun dubbio il Faust per come racconta il potere oscuro del diavolo. Una dimensione sempre presente sia nei miei racconti che nei dipinti di Józef. Ma le fonti sono tantissime. I nostri maestri sono numerosi. Guardando indietro penso a Dante, a Sofocle, a Goethe. Per influenze più recenti potrei citare Joyce, Kafka, Faulkner … insomma potrei continuare senza finire mai.

 

Come avete lavorato con il direttore della fotografia per creare tutti questi diversi livelli, questi vari strati, di nero?

Per quanto riguarda l’uso del colore, abbiamo innanzitutto cercato, e trovato in Adam Sikora, un direttore della fotografia che rispondesse alla nostra visione. Per noi era necessario che il colore potenziasse una storia scura. Volevamo che chi guardava una storia di morte, di male, lo facesse con colori ricchi. Volevamo arricchire questa esperienza. Abbiamo parlato a lungo con il direttore della fotografia. Józef gli ha fatto vedere dei quadri. Ad esempio, ci siamo soffermati molto sul modo in cui la luce sullo sfondo doveva far emergere la figura in primo piano. In generale, la luce è stata una delle cose principali su cui dovevamo preparare la nostra troupe per far sì che le nostre idee avessero una certa percezione visiva.

 

Qual è stato il rapporto tra scrittura e montaggio? La forma finale corrisponde alla struttura iniziale o il montaggio ha dato un suo apporto specifico?

La struttura è stata continuamente modificata. Già nella fase di stesura della sceneggiatura. Quando si costruisce una storia con sogni e visioni ci sono tanti modi diversi di raccontarla. È una specie di mistero. È stato inevitabile che già durante la scrittura ci fossero numerosi slittamenti. Lo stesso è accaduto durante il montaggio. Anche lì io e Józef siamo stati molto presenti con una continua opera di revisione.

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