FESTIVAL DI ROMA 2012 – "Il possibile dall'impossibile". Incontro con Feng Xiaogang

feng xiaogang

Arriva dalla Cina il primo film a sorpresa del concorso : 1942 di Feng Xiaogang. Tratto da un romanzo di Liu Zhengyun, Remembering 1942, il film racconta l'esodo degli abitanti della provincia dell'Henan, colpita da una gravissima siccità proprio mentre il Paese era impegnato a respingere l'invasione giapponese. Grande ricostruzione storica, che si avvale di due star internazionali come Adrien Brody e Tim Robbins

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feng xiaogangArriva dalla Cina il primo film a sorpresa del concorso di questo Festival di Roma: 1942 di Feng Xiaogang, regista di successo, autore tra l'altro di The Banquet. Il film, tratto da un romanzo di Liu Zhengyun, Remembering 1942, racconta l'esodo degli abitanti della provincia dell'Henan, colpita da una gravissima siccità proprio mentre il Paese era impegnato a respingere l'invasione giapponese. Grande ricostruzione storica, che si avvale anche di due star internazionali come Adrien Brody e Tim Robbins, 1942 è sceneggiato dallo stesso autore del romanzo di partenza ed è uno dei film più costosi della storia del cinema cinese, 35 milioni di dollari. Ecco il resoconto della conferenza stampa a cui erano presenti il regista, lo scrittore Liu e gli interpreti Zhang Guoli e Xu Fan.

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Cosa l'ha spinta a raccontare questa storia e come ha lavorato sulla trasposizione dal romanzo? Ma soprattutto questa tragedia dell'Henan è conosciuta in Cina?

Feng Xiaogang – Ecco, sicuramente l'Europa e il mondo occidentale ricordano e hanno meditato a lungo sull'olocausto degli ebrei, ma proprio nello stesso periodo, nella provincia dell'Hena, sono morte tre milioni di persone. Nel mondo e nella stessa Cina non si conosce questa tragedia. Liu Zhengyun ha rielaborato questo periodo nel suo romanzo, che io ho letto quasi vent'anni, nel 1993, rimanendone fortemente scosso. La difficoltà è stata grande nella trasposizione, perché il romanzo aveva un taglio di indagine storiografica, senza personaggi né trama. Ho chiesto consigli a svariati amici su come poter render a meglio il libro in un linguaggio cinematografico. Tutti hanno cercato di dissuadermi, dicendomi che sarebbe stato impossibile. Però, quando ho contatto Liu, mi ha detto che non c'era divertimento a rendere possibile il possibile. Era necessario creare il possibile a partire dall'impossibile. Credo che gli sceneggiatori siano di due tipi: quelli che vivono nel lusso, tra di loro, gli intellettuali che cercano di trovare le soluzioni nel loro splendido isolamento. E poi ci sono gli imbranati, gli stupidi, quelli che provano tutte le strade, finché non trovano la migliore. Ho detto a Liu: "noi apparteniamo sicuramente della seconda categoria, quindi andiamo avanti per la nostra strada". Per ben tre volte, nel corso degli anni, ho cercato di fare questo film, senza successo. Solo nel 2010 siamo riusciti a prepararlo concretamente. Ho dovuto attendere vent'anni, diventare un regista di successo commerciale in Cina, per tentare finalmente quest'azzardo.

 

Da dove nasce, invece, il personaggio interpretato da Adrien Brody, questo sguardo occidentale sulla storia?

Liu Zhengyun Il personaggio di Theodore White è un personaggio reale, quindi non siamo partiti dal nulla. E Adrien Brody ha approfondito la preparazione con noi prima di affrontare questo film. Lui aveva già fatto film ambientati negli anni '40, come Il pianista, quindi ci sembrava l'interprete più adatto per questo ruolo. Poi c'erano altri punti di vista accanto al suo, quello degli sfollati, del governo, e poi i giapponesi, i religiosi… E in un racconto drammatico, se i personaggi non entrano in conflitto, la storia non va avanti. In questo caso i conflitti non erano però diretti, non c'erano interessi contrapposti. Erano indiretti e solo attraverso essi abbiamo potuto mandar avanti il racconto. C'è un'altra grande star internazionale nel film, Tim Robbins, che interpreta il monaco italiano. E lui ha detto che, tra tutti i film cui ha partecipato, questo è quello in cui si vede maggiormente il lato oscuro dell'umanità. Ma anche il più profondo. La questione della vita e della morte per i cinesi è diversa. C'è un'ironia sconosciuta a voi occidentali nell'affrontarla.

 

Avete avuto problemi di censura per il film?  

Feng Xiaogang – Questa volta no. Ma negli anni precedenti problemi ce ne sono stati e anche per questo non siamo riusciti a fare il film prima.

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