FESTIVAL DI ROMA 2012 – "Marfa Girl", di Larry Clark (Concorso)
Non ha più nemmeno la forza di essere sgradevole, come era capitato all'esordio di Kids. Larry Clark ricorre ancora all'unica arma della provocazione e la sua missione di raccontare la storia degli outborder americani è solo una forma di esibizionismo.Miglior film al 7° Festival di Roma

Marfa Girl non lascia spazio ad ulteriori supposizioni: il regista è soltanto un provocatore che è rimasto sempre sulle sue posizioni. La storia di un gruppo di adolescenti di New York che non hanno alcuna prospettiva e finiscono in un vortice di sesso, droga e HIV poteva essere sgradevole abbastanza da incantare qualcuno: nel 2012 è diventata talmente vecchia ed obsoleta da lasciare solo indifferenza. A Larry Clark non è rimasto altro che spostare il suo repertorio da un luogo all'altro nella speranza che la storia dei diseredati, dei gruppi di quartiere e di situazioni sociali estreme possa riscattare un punto di vista che invece non si è mai aggiornato. Questa volta va a Marfa, una cittadina del Texas a pochi chilometri dal confine e concentra la sua attenzione su una comunità di latinos e sulla border patrol locale. Il taglio fotografico del suo stile è lo stesso: i campi lunghi e gli interni hanno una composizione studiata e la camera a mano accenna al documentario. Il problema è che Larry Clark cerca sempre le stesse cose a prescindere dal contesto e questa sua ostinazione sul tema ha perso di credibilità: il compiacimento nel mostrare la dissoluzione dei legami sociali tradizionali poteva avere una giustificazione nell'urgenza del messaggio di Kids.
Adesso è evidente che il suo cinema non può fare a meno di promiscuità e di eccessi di vario genere perchè sono le uniche cose con cui Larry Clark si trova a suo agio: i suoi film non mostrano una realtà ma la forzano a questo scopo. E' la differenza significativa tra la sua poetica è quella di un ex-collega come Gus Van Sant: la vita dei ragazzi di Marfa soddisfa solo la sua necessità di rompere gli schemi e il suo racconto manca di affettività. La carrellata ininterrotta di amplessi e di uso diffuso di droga, lo sfoggio del degrado e dell'assenza dell'autorità non esalta nemmeno il lato animale degli adolescenti: è solo vuoto esibizionismo e come tale dovrebbe essere trattato.