FESTIVAL DI ROMA 2012 – "You and me, forever", di Kaspar Munk (Alice nella città)
Quella che opera il regista danese Kaspar Munk (già alle prese con dinamiche e contesti simili nel suo Hold me tight, del 2010), è un’introspezione lineare e realistica, un’autentica immersione all’interno di un universo innocente e crudele al tempo stesso
L’uscita da quell’intervallo per entrare nel mondo idealizzato e apparenetemente distante anni luce degli adulti è, come per tutti gli adolescenti, un processo doloroso e complesso anche per Christine e Laura, una coppia di amiche piuttosto affiatate, che condivide con spontaneità e leggerezza ogni dettaglio l’una della vita dell’altra. E soprattutto è un processo che non lascia tracce, né all’infuori né dentro di sé, ma non per questo esaurisce con maggior facilità la sua carica potenzialmente distruttiva. Anzi.
Quella che opera il regista danese Kaspar Munk (già alle prese con dinamiche e contesti simili nel suo Hold me tight, del 2010), è un’introspezione lineare e realistica, un’autentica immersione all’interno di un universo innocente e crudele al tempo stesso. Ed è difficile non rimanere sedotti da quelle contraddizioni, così forti quanto contigue, che contribuiscono a mitizzare quelli che probabilmente sono molto di più di semplici anni “di passaggio”, bensì vere e proprie frontiere.
Perché è nel momento in cui Laura entra a tutti gli effetti in contatto con quello che rappresenta per lei il mondo degli adulti che comprende quanto determinati traguardi possano rivelarsi nient’altro che artifici, nel momento in cui vengono conquistati. E una volta acquisita questa consapevolezza non è più così semplice fare ritorno alla stessa spensieratezza di un tempo.