FESTIVAL DI ROMA 2014 – Faccia a faccia. Incontro con Tomas Milian

Attore, esule, icona. Milian ha capito subito che questa masterclass, organizzata in occasione del suo Marco Aurelio dalla carriera, è già qualcosa di inedito

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Con voi, che siete il mio pubblico, voglio parlare con il cuore in mano e l’unico modo per farlo non è con il microfono ma face to face, faccia a faccia“. Attore, esule, icona. Ben prima dei molti giornalisti in sala, Tomas Milian capisce subito che questa masterclass, organizzata in occasione del suo Marco Aurelio d’oro alla carriera, è qualcosa di inedito, diversa dalle banali Q&A in cui si ripercorre la carriera di un artista. In una Petrassi gremita e traboccante d’amore, accade a qualcosa di molto raro:una città-madre riaccoglie tra le sue braccia l’attore-figliol prodigo ritornato da Miami.

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E’ tra un lunghissimo, rumoroso e euforico applauso, le grida estasiate di fan di tutte le età (Nico sei un grande! Tomas te vogliamo bene!) e le lacrime ininterrotte di un uomo di ottantuno anni (portati con la dignità di chi ha vissuto cento vite), che partecipiamo al clamoroso e caloroso abbraccio tra Roma e Tomas, tra il pubblico affezionato e il suo ritrovato eroe dei due mondi. Non ce la fa proprio a parlare solo di Cinema il grande Milian. Anzi alle domande che cercano di riportartalo su strade già battute risponde con foga: “Mi resta cosi poco tempo che vi chiedo di lasciarmi parlare con questo mio meraviglioso pubblico, raccontadogli il cazzo che mi pare“. Piuttosto che citare e raccontare dei mille volti indossati di fronte alla cinepresa (e la splendida clip montata da Manlio Gomarasca ce ne regala solo alcuni, da Il lavoro di Visconti a Traffic di Soderbergh, passando per Tepepa, Il gobbo, Er Monnezza e l’ispettore Nico Giraldi) l’attore, infatti, preferisce tornare al passato, all’inizio di tutto.

Ecco dunque i frammenti dell’infazia difficile a Cuba con un padre che era un dittatore, un fascista e una madre glaciale.”Mi ha sempre disprezzato. Io da bambino non ho avuto una madre. L’unica mamma che ho incontrato è stata Roma, che mi ha dato un calore immenso”. Oppure, ancora il racconto dell’amore per il Cinema e dei primi difficili tempi a New York. “Ho deciso di fare l’attore guardando La Valle dell’Eden. Anche per il rapporto terribile con mio padre mi sono immedesimato talmente tanto con James Dean che ho capito che non avrei potuto fare nient’altro che recitare. Sbarcato a New York, prima di entrare all’Actors Studio, per imparare l’inglese ho fatto mille lavori, mi sono anche arruolato in Marina. Dopo mesi sono riuscito a entrare e ho capito che recitare mi avrebbe aiutato a esorcizzare tutta la mia rabbia, a buttare fuori tutta la merda che avevo dentro“.

Tomas scherza anche sui suoi trascorsi nel cinema d’autore. Poi come avete visto, spesso mi facevano fare il frocione (riferendosi a La notte brava di Bolognini NdR) e quindi ho deciso che dopo i frocioni dei film d’autore fosse il momento di passare ai cavalli degli spaghetti western. Ricordate: il mondo dei cavalli non giudica“. Dopo aver anche affrontato la sua bisessualità (“Il signore mi ha dato il dono di non formalizzare. Quest’aspetto l’ho vissuto sempre con grande tranquillità.“)  e aver annunciato il prossimo capitolo della saga dell’Ispettore Giraldi (” Ne girerò un’ultima avventura in cui passerò il testimone a un giovane timido attore cui spero darete tutti voi lo stesso affetto che avete riservato a me per anni“) Milian si prende anche l’occasione di consigliare tutti futuri attori. “Se si è convinti di essere attori di talento, dovete insistere tantissimo con tutti.  Bisogna vendersi bene, come delle puttane. Sempre con eleganza.”

Prima di lasciarsi con l’ultimo saluto commosso e il ricordo dell’amata moglie Rita e del suo amico Bombolo, Tomas sembra rispondere alle critiche di chi,ancora oggi, lo liquida superficialmente, chiamandolo Monnezza, come ad insultarlo. “Mia zia, l’unica persona della mia famiglia che mi ha voluto bene, prima di darmi i soldi per scappare da Cuba, mi disse: se vuoi fare l’attore non metterti a fare il dissoluto, tra donne e alcol. Devi vivere la vita dell’uomo comune! Il personaggio che amo di più è Er Monnezza. Lui mi ha dato il successo e mi ha permesso di instaurare questo rapporto d’amore con tutti voi. Sono orgoglioso di aver esaudito il desiderio di mia zia.

 

 

 

 

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