FESTIVAL DI ROMA 2014 – Incontro con Wim Wenders

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Dopo Takashi Miike e Stephen Daldry, arriva all'Auditorium-Parco della Musica anche il regista Wim Wenders, pronto a presentare al pubblico romano, il suo ultimo documentario Il sale della terra, lavoro sull'opera del fotografo Sebastiao Salgado, co-diretto insieme al figlio Juliano. In un'affollata Sala Sinopoli, il regista tedesco, accompagnato da alcune clip della sua opera, ha parlato del suo rapporto con la fotografia e della forza della figura del fotografo.
 

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4af8a35c317949f379631a9eba539baf.jpg (640×441)Il Festival di Roma cala un nuovo pezzo da novanta. Dopo Takashi Miike e Stephen Daldry, arriva all'Auditorium-Parco della Musica anche il regista Wim Wenders, pronto a presentare al pubblico romano, il suo ultimo documentario Il sale della terra, lavoro sull'opera del fotografo Sebastiao Salgado, co-diretto insieme al figlio Juliano. In un'affollata Sala Sinopoli, il regista tedesco, accompagnato da alcune clip della sua opera, ha parlato del suo rapporto con la fotografia e della forza della figura del fotografo. 

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Lei è arrivato al Cinema dopo un lungo percorso partito dalla fotografia. Qual è il suo rapporto con questo mezzo? E' ancora affascinato dall'idea di scoprire, guardando una fotografia, anche la storia di chi l'ha scattata?

Piu invecchio e meno capisco di fotografia, il progresso tecnologico sempre più complesso della fotografia digitale non mi aiuta. Il fenomeno che descrive mi affascina tutt'ora. Questo controcampo incorporato che è presente nelle fotografie e un effetto quasi impercettibile che si sente con grande forza. Incontrando Salgado ho deciso di intraprendere un'avventura e quindi sollevare il velo invisibile di controcampo.

 

Crede ancora che viaggiare e fotografare siano elementi complementari?

Il tempo è un aspetto fondamentale.  All'inizio credevo che bastasse un paio di settimane con lunghe interviste per fare questo film.  Incontrando Salgado ho scoperto che lui avevo un senso del tempo diverso dal mio e che per trasmettere la profondità del suo lavoro avevo bisogno di realizzare un film più ragionato, meno rapido. Avevo bisogno di tempo, Lui nel suo lavoro dedica tanto tempo, impegnandosi su ogni tema. Sparisce letteralmente per mesi perchè il grado di verità che vuole raggiungere si può ottenere solo con il viaggio. 

Lei non crede che il rapporto tra immagine e realta sia un elemento straordinario dell'opera di Salgado? Guardando le sue fotografie sempre di guardare i set di maestosi film del cinema muto. Le foto di Salgado sembrano trasmettere un'anima cinematografica…

Esattamente. La prima volta che le ho viste pensavo fossere dei set cinematografici. Credo che un fotografo per trasmettere la verita debba cercare una complicità con i suoi soggetti. Ogni sua foto si potrebbe leggere come una storia e lui le racconta come un regista, come se fosse un documentario.

 

Come siete riusciti a trasmettere nel documentario tutta l'emozione presente nelle opere di Salgado?


Questo film è stato girato due volte. All'inizio ho passato diverse settimane a fare un film tradizionle e convenzionale con tre cineprese e noi che parlavamo. Quando si avvicinava alle sue foto e me le raccontava sentivo un elemento emotivo fortissimo perchè le riviveva. Ho capito che avevo ripreso una vaga idea di lui. Cosi abbiamo deciso di metterlo dentro una camera oscura, il buio è piu consono a un fotografo, e mentre vedeva le sue foto su gobbo elettronico, guardava direttamente nella cinepresa, da solo. Questa intimita' ci ha permesso di entrare nel cuore di Salgado.

 

Anche il desiderio di Salgado di nascondersi e immergersi in un mondo a lui estraneo per fotografarlo è un elemento molto cinematografico…

Questo di sparire e ritrovarmi in un posto senza punti di riferimenti per riprendere solamente è anche un mio sogno. La sequenza del sudamerica è molto lunga perche Salgado ci ha lavorato molto come fotografo. Da esule ha cercato di avvicinarsi il più possibile al Brasile, scoprendo tutti i paesi confnanti. E' scomparso per mesi, Per me questo rappresenta lo stato ideale.

 

Nel film cè anche un aspetto misterioso, la storia della famiglia di Salgado, con questo padre invisibile. La collaborazione con il figlio Juliano è stata importante?

Ogni famiglia è particolare e il rapporto padre-figlio è decisivo. Juliano è cresciuto con un padre assente, sempre impegnato nel lavoro. Decidendo di fare un documentario, Juliano ha deciso di intraprendere un viaggio avventuroso per scoprire suo padre. Il suo punto di vista sul Sebastiao era diverso dal mio ed è stato molto stimolante. Ha reso il nostro film complesso e vero.

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