FESTIVAL – Il massacro dell'eros a Sulmona(cinema)

Wakamatsu e Klossowski aprono violentemente orifizi e orizzonti che si aprono agli spazi delle Utopie Sintetiche giapponesi. Sulmonacinema brucia di idee che potrebbero scaldare il mondo ma cadono spesso nell'indifferenza gelida della provincia.

--------------------------------------------------------------
CORSO COMUNICAZIONE DIGITALE PER IL CINEMA DALL'11 APRILE

--------------------------------------------------------------

Klossowski patrocina un festival pagano, materico anche e soprattutto quando è falso. Brandelli di carne e umori, non semplicemente corpi; anzi, è proprio il superamento del sezionamento aureo, classico, della forma umana che lascia il posto a pieghe e interstizi, a trasformare l'immagine in simulacro potentemente mistico e tenebroso. Eros e massacro come il titolo della sezione dedicata a Wakamatsu. Due i film, Le donne in bianco stuprate e L'Embrione caccia in segreto del geniale insurrezionalista giapponese che non si ispira o riporta Klossowski, ne incarna lo spirito, involontariamente e di conseguenza in maniera più pura di Pasolini o del sudafricano stanziato in Olanda Kaganof. Ciò non sminuisce né l'assente Salò o le centoventi giornate di Sodoma, apice e termine della potenza del cinema dell'intellettuale massacrato nel 1975 né La sèquence des barres paralleles e Dead man 2 The return of the dead man di Kaganof, tre film di matrice klossowskiana due dei quali con immagini scatologiche. Ma il massacro di Wakamatsu, come l'eros, sostituisce l'incoscienza al senso di colpa, l'aggressività al morboso, i suoi "banditi della luce rossa" carichi di atavica forza vendicatrice materializzano l'orrore della tragedia giapponese, squartano il contemporaneo immergendoci nella dissezione del simulacro. Wakamatsu è orgia (rito pagano appunto) e non messa esoterica, no work and all play, rovesciando il titolo di un'altra sezione sulmonese, curata da Federico Ercole e Donatello Fumarola, All work and no play, direttamente dallo Shining kubrickiano (è il proverbio che Jack Nicholson scrive serialmente, in italiano sostituito da "il mattino ha l'oro in bocca"). E' la (dis)sezione più ardita della ventiduesima edizione di Sulmona Cinema, più che d'avanguardia veramente "out" e non solo perché si svolge soprattutto fuori dal "tempio" del festival, il cinema Pacifico, riversandosi in una sala della provincia e en plein air, sotto il Palazzo dell'Annunziata. I due cinephils partecipano al gioco del festival, massacrando i loro amori videoludici e cinematografici durante i solitari convegni mattutini come nelle gelide serate fuori da una delle costruzioni simbolo della città, l'Annunziata, surclassata nella sua funzione templare, scurita e costretta a scomparire sotto il tremolante quadrato dello schermo. Fuori dal tempio per posizione presa schegge di Debord si alternano a brandelli di Final Fantasy, Revolution Soccer si scontra con Rybczynski nella ricerca della quarta dimensione; un'intera operazione macellaia che afferma la necessità di squartare i corpi per liberarne l'eros, di distruggere il tempio per liberare la sacralità del mondo. Ma fa sempre freddo, il buonsenso spinge a raccogliersi intorno al focolare (e al) domestico, quindi Sulmona si ritrova di più nel concorso dedicato come sempre al giovane cinema italiano, la fragilità, più o meno bella, di Nema Problema, Certi bambini, Saimir e gli altri fa meno paura delle Twin Towers che bruciano rovesciate e spettrali nel (mai abbastanza) buio della strada. Altro che autunno caldo, Mao Dante cartoon distribuito dalla Dinyt e presentato in anteprima (7 puntate su 16) resta il titolo di un lavoro mai finito di Go Nagai, creatore e regista di Goldrake, che sintetizza nel titolo mitologie più o meno reali di marce attraverso altri mondi e rivoluzioni culturali raccontando di lotte fuori dal tempo e dallo spazio. Come i Wobblies, per cui non c'era e non c'è posto nella sconfinata America, e nel momento in cui la bara dell'ennesimo massacro dell'eros per un'umanità nova viene scoperchiata i residui vengono spesso usati come pietre su cui continuare ad edificare simulacri e monumenti, da adorare e non imitare.

--------------------------------------------------------------
#SENTIERISELVAGGI21ST N.17: Cover Story THE BEAR

--------------------------------------------------------------

--------------------------------------------------------------
CORSO ONLINE SCRIVERE E PRESENTARE UN DOCUMENTARIO, DAL 22 APRILE

--------------------------------------------------------------

    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative


    Array