Festival Visions du Réel: il programma

Annunciato il programma completo del Festival Visions du Réel dedicato al cinema documentaristico che avrà luogo dal 4 al 13 aprile a Nyon


Corso Trimestrale di Montaggio in presenza, dal 26 marzo



MASTERCLASS di REGIA con MIMMO CALOPRESTI, dal 25 marzo online


IA per il Filmmaking, corso online dal 1° al 29 aprile


“Ci stiamo evolvendo in un mondo in cui le tensioni geopolitiche, l’ascesa del populismo e la proliferazione di campagne di disinformazione relegano la cultura a una preoccupazione secondaria. Eppure, è molto più di un lusso o di un semplice intrattenimento: è il fondamento stesso delle nostre società, il cemento che lega i nostri valori condivisi.”

Con queste parole del Presidente del Festival Visions du Réel, Raymond Loretan, si apre il comunicato stampa che annuncia l’intero programma della 56ª edizione che avrà luogo dal 4 al 13 aprile 2025. Con 154 film provenienti da 57 paesi, Visions du Réel mette in contatto nomi altisonanti del panorama audiovisivo con talenti emergenti, mantenendo una posizione chiave per il cinema documentaristico.

Come già precedentemente annunciato, la 56° edizione vedrà la partecipazione del regista haitiano Raoul Peck, di Corneliu Porumboiu e della regista portoghese Cláudia Varejão. Raoul Peck sarà l’ospite d’onore del Festival 2025 e riceverà il Prix d’Honneur lunedì 7 aprile, prima della proiezione del suo ultimo film Ernest Cole: Lost and Found. I tre ospiti saranno omaggiati con una retrospettiva e incontreranno il pubblico grazie alle masterclass del 5 aprile (Corneliu Porumboiu in conversazione con il membro del comitato di selezione Emmanuel Chicon), 8 aprile (Raoul Peck in conversazione con la giornalista francese Elisabeth Lequeret) e del 9 aprile (Cláudia Varejão conversazione con Rebecca de Pas, programmatrice dell’International Film Festival Rotterdam).

La sezione VdR-Industry, dedicata ai professionisti del cinema, si svolgerà dal 6 al 9 aprile e sarà aperta dal discorso del regista Asif Kapadia. Il cineasta e produttore inglese darà il via a queste giornate con una masterclass e introdurrà la proiezione del suo film Amy, vincitore dell’Oscar al miglior documentario nel 2016. Kapadia sarà inoltre affiancato da altri registi e curatori nelle varie giurie, tra cui la regista americana Eliza Hittman, la regista greca Athiná-Rachél Tsangári, la regista georgiana Elene Naveriani e Michael Stütz, co-direttore della programmazione cinematografica e responsabile della sezione Panorama al Festival del cinema di Berlino.

I 14 lungometraggi internazionali in concorso esplorano diversi modi di ritrarre la realtà, alternando registri familiari ad approcci più particolari, dal racconto in bianco e nero del villaggio adiacente alla base di lancio del razzo SpaceX con Shifting Baselines di Julien Elie alla vita notturna dei migranti nelle strade di Parigi di Sylvain George, che con Nuit obscure – “Ain’t I a Child?” conclude la sua trilogia sulle politiche migratorie.

Diversi esordi al lungometraggio come La Montagne d’o di Roland Edzard, The Attachment di Mamadou Khouma Gueye e To Use a Mountain di Casey Carter; opere che raccontano di territori e paesaggi e del drammatico impatto dell’uomo su di essi.
Altri film, invece, analizzano la percezione dello scorrere del tempo attraverso diversi prismi. Un esempio è Ninxs di Kani Lapuerta, che affronta la transizione di genere di un adolescente sulla soglia dell’età adulta, in vena pop e gioiosa. Where Two Oceans Meet della regista Lulu Scott invita anche a dare uno sguardo delicato alla questione del tempo e, più specificamente, dell’attesa, filmando il ritorno di un padre a casa di famiglia dopo 27 anni di prigione.

Il Concorso Burning Lights è dedicato a forme e narrazioni cinematografiche nuove, libere e contemporanee. La Giuria assegnerà i suoi premi tra le 15 anteprime mondiali del concorso ed è composta dal regista americano Scott Cummings, dal produttore francese Thomas Hakim e dalla regista georgiana residente in Svizzera Elene Naveriani.
Burning Lights celebra anche il ritorno di registi noti al Festival, come Tomasz Wolski il cui The Big Chief offre un ritratto d’archivio di un personaggio enigmatico, Sophie Bédard Marcotte che si lancia in una nuova avventura con il suo vicino drammaturgo in J’ai perdu de vue le paysage, e Sven Augustijnen il cui Fierté nationale: de Jéricho vers Gaza, segue il ritorno del diplomatico palestinese Hassan Al Balawi nel suo paese nell’anniversario della morte di Yasser Arafat.

Infine abbiamo la sezione dedicata ai lungometraggi e ai mediometraggi prodotti o coprodotti in Svizzera, il Concorso nazionale 2025 presenta 12 anteprime mondiali, tra cui otto lungometraggi d’esordio. La giuria di questa sezione include il regista e sceneggiatore Elie Grappe, i cui crediti includono Olga (che ha rappresentato la Svizzera agli Oscar del 2021 e sarà proiettato durante il Festival), l’accademico e distributore internazionale Petar Mitric e il produttore iraniano Elaheh Nobakht.

Parallelamente ai suoi tre concorsi di punta, la 56° edizione del Festival Visions du Réel presenterà anche formati meno convenzionali e film del momento con selezioni speciali tra cui Bestiari, erbari, lapidari di Martina Parenti e Massimo D’Anolfi, habitué di Visions du Réel e miglior film italiano alla scorsa Mostra del Cinema di Venezia per Sentieri Selvaggi.


Sentieriselvaggi21st n.19: cartacea o digitale


    ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SENTIERI SELVAGGI

    Le news, le recensioni, i corsi di cinema, la riviste, i libri, gli eventi e tutte le nostre iniziative