FILM IN TV: "Arturo" di Steve Gordon

Commedia a cui si guarda sempre con una certa malinconia, esempio di un filone sentimentale tipico degli anni '80, il film di Gordon resta oggi una gradevole rivisitazione della favola di Cenerentola, con battute a tratti irresistibili e attori perfetti. Sabato 3/11 ore 16:00 La 7.

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Quando si parla di commedia americana a cosa si pensa? Bè, innanzitutto viene in mente il periodo d'oro di Hollywood e gli strepitosi film di Lubitsch, Capra, Cukor, la screwball comedy e i perfetti meccanismi del maestro Hawks o gli sguardi obliqui e corrosivi del grande Wilder o magari le scoppiettanti trovate di Black Edwards. Oppure si pensa alla logorrea necessaria di Woody Allen e al cinema sovversivamente demenziale dei tanti figli del Saturday Night Live, a partire dall'irraggiungibile John Belushi di The Blues Brothers. Ma esiste anche quella che può dirsi "commedia della malinconia", quella serie di commedie sentimentali degli anni '80, a cui il sottoscritto guarda sempre con un velo di nostalgia, perchè riportano al periodo magico dell'infanzia, ai pomeriggi passati davanti alla televisione a farsi ipnotizzare dall'incanto di un cinema che parla di sentimenti. Qualche titolo? Tootsie (1982) di Sidney Pollack o magari Harry, ti presento Sally (1989) di Rob Reiner, film che si basano sulla forza della sceneggiatura, la leggerezza del tono e la perfetta tenuta del racconto. Bene. Arturo (1981) di Steve Gordon potrebbe farsi rientrare in questo filone, addirittura, per questioni puramente anagrafiche, potrebbe essere considerato uno dei capostipiti. Niente di trascendentale, sia chiaro: Arturo non ha né i sottotesti, i significati reconditi del film di Pollack, né quella splendida irriverenza nel descrivere i rapporti di coppia che possiede Harry, ti presento Sally. Eppure, è sempre un piacere rivedere questo film. Innanzitutto perchè gli attori sono perfetti, sembrano davvero esistere nei loro personaggi. La faccia pacioccona di Dudley Moore (morto, ahinoi, troppo presto) è irresistibile nei panni di questo degenerato miliardario infantile ed alcolizzato. E così Liza Minnelli (che, diciamocelo, non è stata mai stata una grande attrice), è perfetta per il ruolo di Linda Marolla, italoamericana squattrinata, ma dal carattere forte e volitivo. Ma soprattutto è Impagabile sir John Gielgud (premiato con l'Oscar), che presta il suo imperturbabile aplomb e il suo british humor al maggiordomo, metà padre/ metà amico, Hobson. E poi le battute a tratti irresistibili ( "Credo che andrò a fare il bagno – Vado ad avvertire i giornali"), le canzoni evergreen e malinconiche di Burt Bacharach (anche lui premiato con l'Oscar per Best That You Can Do)… In più, la stessa storia conserva tutt'oggi il suo fascino e la sua freschezza, anche se il tema non è nuovo: l'amore contrastato, le ragioni del cuore contro gli interessi materiali. Ma perchè non lasciarsi andare a questa favola di Cenerentola rovesciata e attualizzata? La povera ragazza s'innamora di un principe che tanto azzurro non è, al punto che sarà lui ad essere salvato dalla magia dell'amore. Un godimento. Sempre.

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ARTURO (Arthur) di Steve Gordon


Con Dudley Moore, Liza Minnelli, John Gielgud, Geraldine Fitzgerald, Jill Eikenberry


USA 1981, 97'


Sabato 3 dicembre, ore 16, Rete4.

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