FILM IN TV – Bulli e pupe, di Joseph L. Mankiewicz

Un musical atipico che, pur rispettando gli stilemi del genere, scende molto in profondità in termini di introspezione psicologica e cura dei dialoghi. Martedì 1° marzo, ore 21.00, Sky Classics

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L’inizio degli anni ’50 è segnato da due opere seminali per il musical americano: Cantando sotto la pioggia (1952) di Stanley Donen e Gene Kelly e Spettacolo di varietà di Vincente Minnelli (1953). Entrambe, giocando con l’estetica delle forme, utilizzano la vitalità scenografica, i costumi colorati, la coreografia della danza, le parti cantate, moltiplicando la magia della finzione cinematografica. Cinema di evasione ma con una componente metalinguistica in cui il numero di ballo e le canzoni hanno una particolare funzione significante a livello narrativo.

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Bulli e pupe si nutre dell’esempio stilistico di questi due capolavori, con qualche piccola differenza. Intanto la matrice teatrale di riferimento: nel 1950 a Broadway “Guys and Dolls” di Frank Loesser fu un trionfo totalizzando ben 1200 repliche in 5 anni. Samuel Goldwyn ne comprò i diritti cinematografici per la favolosa cifra di un milione di dollari affidando la regia a Joseph L. Mankiewicz, reduce dai successi di Giulio Cesare (1953) e La contessa scalza (1954). All’ambizioso progetto parteciparono attori del calibro di Marlon Brando nel ruolo di Sky Masterson (il gambler spaccone), Frank Sinatra che interpreta Nathan Detroit (il bullo proprietario della casa da giochi “itinerante”), Jean Simmons nelle vesti di Sarah Brown (sergente dell’Esercito della Salvezza), e Vivian Blaine (Adelaide, la eterna fidanzata raffreddata di Nathan), già coinvolta nella versione teatrale.

marlon brando in bulli e pupeBulli e pupe è un musical atipico che, pur rispettando gli stilemi del genere, scende molto in profondità in termini di introspezione psicologica e cura dei dialoghi. Sono proprio le parti parlate che rivelano il tocco di Mankiewicz e nel duello tra Frank Sinatra e Marlon Brando (Sinatra avrebbe voluto la parte di Brando) è paradossalmente Jean Simmons a uscirne vincitrice, disegnando un personaggio complesso che scopre il proprio lato oscuro proprio nel confronto diretto con quella umanità che vorrebbe salvare dalla perdizione. La vediamo prima impettita, rigida, severa; poi comincia a traballare, a tormentare i bottoni della giacca, mostrando i primi segni di cedimento di fronte alla seduzione maschile. La scena cruciale si svolge a L’Avana al ritmo indiavolato di una irresistibile rumba cubana: complici un paio di milkshake serviti in noci di cocco, la bella Sarah si avvicina al corpo di Sky e incomincia a slacciargli i bottoni della camicia, perdendo i freni inibitori. Si entra in un gioco pericoloso dove vince chi è disposto a rischiare di più con un tiro secco di dadi.

bulli e pupe Le canzoni si succedono numerose e si armonizzano con gli alti e i bassi delle due storie d’amore: su tutte spiccano If I Were a Bell e A Woman in love dei duetti Brando-Simmons, Adelaide intonata da Sinatra, la sorprendente Sit Down You’re rockin’ the boat del burbero Stubby Kaye e Luck be a lady cadenzata da Marlon Brando nel sottofinale.

Il film si apre e si chiude sulle mille luci di Times Square in una stilizzazione formale che mostra allo spettatore i meccanismi del gioco di prestigio: sono gli ultimi fuochi prima della dissoluzione del genere, una visione del mondo-spettacolo in chiave coreografico-mimetica . ”The world is a stage, the stage is a world of entertainment”: in realtà tra Singing in the rain e Dancing in the dark il passo diventa più faticoso e con la fine degli anni 50 il genere perderà la vitale innocenza eclissandosi tra i percorsi sperimentali della Pop Art e il realismo della New Hollywood degli anni 70. Bulli e pupe è ancora una fuga dal deserto del reale condita dalle note spensierate della commedia musicale, tra bische clandestine e amori d’azzardo, insegne al neon e muri di cartapesta. E la luce strana e bianca dell’alba di Broadway è regolata dall’elettricista perché lo show possa andare avanti. That’s entertainment!

Titolo originale: Guys and Dolls

Regia: Joseph L. Mankiewicz

Interpreti: Marlon Brando, Jean Simmons, Frank Sinatra, Vivian Blaine

Origine: Usa 1955

Durata: 150′

Genere: musicale

Martedì 1° marzo, ore 21.00, Sky Classics

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