FILM IN TV – I cavalieri dalle lunghe ombre, di Walter Hill

Accusato ingiustamente di calligrafismo e di essere un mero esercizio di stile, è uno degli ultimi grandi western degli anni ’80 che rimescola le carte del genere. Stasera, ore 23.15, Sky Classics

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Sgombriamo il campo dai dubbi: il primo western di Walter Hill datato 1980 non è l’ennesimo film sulla leggenda di Jesse James e sul suo assassinio da parte del codardo Bob Ford. Pur partendo da una matrice classica (Ford e Hawks), sono piuttosto evidenti le contaminazioni orientali (la stilizzazione sul modello di Akira Kurosawa) e le forti influenze di autori come Sam Peckinpah (il canto eroico dei perdenti in Il mucchio selvaggio) e Don Siegel (l’atmosfera funerea de Il pistolero). Hill rielabora tutto questo materiale evitando di focalizzarsi su un unico protagonista e riuscendo nell’impresa di trasformare una saga familiare in una tragedia collettiva.

I sudisti, dopo aver perso la guerra di secessione, continuano una battaglia disperata contro le ingiustizie e le violenze subite dai nordisti: la banda di Jesse James si forma quindi su precise motivazioni politiche e con un forte appoggio di contadini e allevatori contro banchieri e grandi latifondisti. Oltre Jesse (James Keach) e Frank (Stacy Keach) James, fanno parte della banda Cole (David Carradine), Bob (Robert Carradine) e Jim (Keith Carradine) Younger e infine Ed (Dennis Quaid) e Clell (Randy Quaid) Miller: fratelli nella finzione cinematografica e fratelli nella vita a suggerire una simmetria tra realtà e sua rappresentazione.

i-cavalieri-dalle-lunghe-ombreWalter Hill è consapevole degli ultimi bagliori del crepuscolo del western e rovescia il detto di John Ford: cosi se la leggenda incontra la realtà, stavolta vince la realtà. Esemplificativa la scena del funerale del piccolo James, ucciso dai detective dell’agenzia Pinkerton: in quella bara seguita dagli sguardi di tutto un paese, nello scambio di occhiate tra i componenti della banda, c’è tutta la perdita dell’innocenza di un mondo preistorico, la dissoluzione della famiglia-nazione, l’annullamento del confine tra bene e male. La musica di Ry Cooder (qui alla prima di una lunga serie di collaborazioni cinematografiche tra le quali ricordiamo Paris, Texas, Streets of Fire, Ancora vivo e Un bacio romantico) sottolinea questa atmosfera da paradiso perduto accompagnando l’entrata in scena dei fuorilegge o commentando l’ultimo viaggio in treno del cadavere di Jesse James mentre un contadino toglie il cappello in segno di rispetto. La colonna sonora diventa diegetica nei momenti di svago (i giochi di carte al bar, la festa di matrimonio) con Clell Miller che non a caso intima al cantastorie di interrompere “Battle Cry of Freedom” per fare suonare “I’m a good old rebel”. Le vicende sentimentali riflettono i disagi esistenziali di questi uomini che scherzano sulle proprie debolezze e sono lucidamente consapevoli di essere entrati in una spirale di violenza che può concludersi solo con la loro morte. Barzellette e pallottole.

i-cavalieri-dalle-lunghe-ombre-stacy-keach-james-keachDicevamo delle simmetrie: due funerali, due fidanzamenti e matrimoni, due duelli e due rapine in banca che aprono e chiudono il film. In quella conclusiva di Northfield, Walter Hill cita apertamente il maestro Sam Peckinpah con il ralenti, il montaggio alternato, gli schizzi di sangue, i cavalli che distruggono le vetrine. Grandissima attenzione anche ai dettagli: la divisa dei pistoleri con spolverino bianco sporco, la scena dell’attacco al treno, le schermaglie amorose con il duello all’arma bianca, la banca e l’ obitorio una a fianco all’altro.

Accusato ingiustamente di calligrafismo e di essere un mero esercizio di stile, I cavalieri dalle lunghe ombre è uno degli ultimi grandi western degli anni ’80 che rimescola le carte del genere proponendo una versione familiare della leggenda di Jesse James, nella quale tra balli e canzoni si insinua costantemente l’ombra della morte. E per questi uomini la fine non può che arrivare con una vigliacca pallottola alla spalle mentre si prova a raddrizzare un quadretto storto appeso alla parete, nella vana ricerca della benedizione di un Dio che evidentemente regala altrove i suoi raggi.

Titolo originale: The Long Riders

Regia: Walter Hill

Interpreti: David Carradine, Keith Carradine, Stacy Keach, James Keach, Dennis Quaid, Randy Quaid

Durata: 110′

Origine: Usa 1980

Genere: western

Stasera, ore 23.15, Sky Classics

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