FILM IN TV – L’altro uomo – Delitto per delitto, di Alfred Hitchcock

Con Delitto per delitto Hitchcock sembra sfidare sé stesso, in una partita a due con il pubblico, dove si conosce in anticipo il vincitore. Venerdì 17 giugno, ore 21.00, Tv2000

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Delitto per delittoL’altro uomo. Già dal doppio titolo italiano (l’originale per fortuna è solo uno, Strangers on a Train) emerge involontariamente la tematica portante del film: la dualità. Non si tratta però di una semplice e piana dicotomia, che permette di incasellare tutti gli elementi in una mera griglia d’analisi; l’opera hitchcockiana, in realtà, si inserisce in un binario ricco di scambi, azionati attraverso un raffinato gioco di leve, che la rendono un classico moderno.

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All’inizio la macchina da presa segue due uomini che scendono da una vettura e si dirigono in stazione: di loro non vediamo il volto, solo le scarpe – eccentriche le prime e convenzionali le seconde – fin quando non salgono sul treno e urtandosi si conoscono. Uno è Guy (Farley Granger), un famoso tennista che vorrebbe divorziare dalla moglie per risposarsi, l’altro è Bruno (Robert Walker), figlio di un ricco e dispotico padre. Potrebbe benissimo trattarsi di una commedia degli equivoci, ma il dialogo che avviene mina questa possibilità. Bruno avanza un’idea per il delitto perfetto: egli ucciderà la moglie di Guy in cambio dell’assassinio del genitore che odia profondamente. Una divertente fantasia? Non sarà così…

Strangers on a Train (1951) è l’adattamento del primo e omonimo romanzo di Patricia Highsmith che verrà in seguito apprezzata da pubblico e critica per i suoi thriller psicologici (pensiamo alla serie dedicata a Tom Ripley). Anche questo suo esordio si carica di una forte ambiguità, che Hitchcock traduce visivamente proponendo elementi ricorrenti del suo stile e al tempo stesso soluzioni innovative e spiazzanti. Innanz

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delitto_per_delitto_hitchcockitutto, l’uso di immagini e inquadrature come veicolo del pensiero dei personaggi ed espressione del latente. Se nel testo letterario Guy commette il secondo omicidio spinto dalle insistenti pressioni di Bruno, nel film questo non sarebbe potuto accadere perché avrebbe violato la moralità imposta dal cinema hollywoodiano (a tal proposito viene in mente il finale “ingiusto” di Ombre malesi). Tuttavia Hitchcock, pur rispettando lo schema del buono e del cattivo, fa emergere nel primo l’ombra del dubbio: dopo che Bruno ha rivelato a Guy il crimine, questi si sente complice dell’accaduto e all’arrivo della polizia si nasconde dietro un cancello per non esser visto; per qualche attimo la sua innocenza vacilla e dal suo sguardo, adombrato dalle sbarre, traspare un senso di accettazione e colpa. E ancora, più avanti, quando Guy entra in campo per disputare un match, Hitchcock si sofferma sugli spettatori che ruotano la testa a destra e a sinistra per seguire i giocatori: tra la folla scorgiamo il volto di Bruno, immobile e inquietante, che fissa sorridendo il suo “amico”.

Con Strangers on a Train Hitchcock sembra sfidare sé stesso, mettere alla prova la propria abilità in una partita a due con il pubblico, dove si conosce in anticipo il vincitore: orchestra in modo serrato i tempi dell’azione per suscitare la reazione voluta (la tensione che cresce nell’epilogo durante l’incontro sportivo); inventa effetti visivi mirabolanti (la giostra impazzita o lo strangolamealtro_uomo_hitchcocknto della donna riflesso nella lente dei suoi occhiali); rivela, dietro il consueto umorismo, la complessità della natura umana e le radici malate di certi comportamenti amorali (l’indifferenza beffarda della madre di Bruno di fronte ai fatti). Del resto a Hitchcock non interessa l’ordinario, egli è affascinato da ciò che può turbare e scuotere le coscienze, dalla componente irrazionale che si trova negli individui (Rebecca, Io ti salverò, Il sospetto, La donna che visse due volte, per citarne alcuni). Nel film questo si evince dal personaggio interpretato da Walker, uno psicopatico con manie di grandezza (ha progettato di far saltare la Casa Bianca), per il quale il regista, e noi di conseguenza, nutriamo simpatia: tifiamo per lui quando tenta di afferrare l’accendino caduto nel tombino e alle fine proviamo pietà per la sua tragica morte. Al contrario, Granger, che aveva recitato in Nodo alla gola al fianco di John Dall, qui non riesce a ricreare la stessa alchimia, e il film, che si regge su un confronto tra forze opposte e convergenti, perde di incisività. Nonostante questo, Strangers on a Train resta un esempio memorabile di regia e il successo che riscosse all’epoca della sua uscita permise a Hitchcock di continuare il suo viaggio vertiginoso verso un’autentica epifania del reale.

Titolo originale: Strangers on a Train
Regia: Alfred Hitchcock
Interpreti: Farley Granger, Robert Walker, Ruth Roman, Patricia Hitchcock, Marion Lorne
Durata: 101’
Origine: Stati Uniti, 1951
Genere: Thriller

Venerdì 17 giugno, ore 21.00, Tv2000

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