FILM IN TV – "L'imperatore di Roma" di Nico D'Alessandria
Lo sguardo lucido di D'Alessandria si distacca dalla realtà del protagonista per raggiungere un elevato grado di oggettività che non tradisce falsi sentimentalismi e non vuole impartire lezioni morali sulla tossicodipendenza; l’unico obiettivo resta quello di mettere in scena un processo di autodistruzione e di progressivo annullamento che, trova il suo contrappunto visivo nella scelta, un po’ semplicistica, del bianco e nero. Venerdì 6 marzo, ore 02.45 Raitre
Il punto debole del film è probabilmente rintracciabile nell’assenza di una ben definita costruzione narrativa, il che comporta, tra le altre cose, una caratterizzazione molto approssimativa dei personaggi secondari e un’insistenza eccessiva sulle lunghe camminate di Gerardo Sperandini, il quale, portando in scena parte della propria esperienza personale, non lascia comprendere sempre con chiarezza dove finisca l’attore e inizi il personaggio. Come dire: cinema-verità che eccedendo nella verità rischia di lasciare poco spazio al cinema e che fa leva, forse troppo dogmaticamente, sul pedinamento zavattiniano più che sul cinema di poesia pasoliniano, pur rammentando quest’ultimo in un paio di citazioni dirette: la caduta dalla moto di Gerry e la sua immobilizzazione sul letto di contenzione che rimandano rispettivamente al finale di Accattone e alle drammatiche scene della morte di Ettore in Mamma Roma.
Lo sguardo lucido dell’autore si distacca dalla realtà del personaggio per raggiungere un elevato grado di oggettività che non tradisce falsi sentimentalismi e non vuole impartire lezioni morali sulla tossicodipendenza; l’unico obiettivo resta quello di mettere in scena un processo di autodistruzione e di progressivo annullamento che, trova il suo contrappunto visivo nella scelta, un po’ semplicistica, del bianco e nero.
Il momento migliore del film è condensato nei venti minuti finali durante i quali esplode il “lucido delirio” del protagonista che intraprende una riflessione sulla storia e sul tempo in un mixage mentale di passato e presente sottolineato dalle sferzanti note di chitarra elettrica che accompagnano il vagare (per una volta non solo fisico, ma anche mentale) del protagonista.
Regia: Nico D’Alessandria
Interpreti: Gerardo Sperandini, Giuseppe Amodio, Fulvio Meloni
Durata:
Venerdì 6 marzo, ore 02.45 Raitre
visto questo film mi sono sentita a casa.grande gerardo,noi sappiamo…non è scarto della società,è solo voglia di'libetà'..è la società che scarta,è la società che è uno scarto,noi lo sappiamo.. <br />