FILM IN TV – “Qualcosa di travolgente”, di Jonathan Demme
Fantastica esplosione di commedia romantica, thriller e road movie. Storia degli anni ’80, di capricciosi cambiamenti di costume e di mode. La moda appunto che Demme ci lascia immaginare, che ripudia i grandi mutamenti. Allora potrebbe essere una commedia sofisticata anni ’30, ma che impazzisce nel circuito chiuso di un drugstore rapinato. E l’estetica evoluzionistica del cinema? Martedì 15 ottobre, ore 23.10, Sky Cult
Charlie Driggs, agente di cambio, vive a New York una vita noiosa fino a quando non incontra Lulu, una giovane donna disinibita che lo convince a seguirla in un week-end di sesso, alcool e stravaganze. Affascinato e sedotto dalle grazie e dalle manette di Lulu, Charlie si rivela sorprendentemente brillante, intraprendente e trasgressivo. Charlie scopre che la seduttrice, in realtà si chiama Audrey Hankel, sposata con un uomo poco raccomandabile. Ray Sinclair, uscito di galera e deciso a "riconquistare" il cuore di Audrey, intralcia i due amanti in ogni modo e con ogni mezzo. Sarà l'inizio di una fuga on the road che si concluderà a New York. Le musiche sono di David Byrne. Opera del 1986 e nono lungometraggio del regista statunitense, prima che arrivassero i due grandi successi commerciali, Il silenzio degli innocenti e Philadelphia.
Fantastica esplosione di commedia romantica, thriller e road movie, innescata da umorismo nero e grottesco. Ma detto questo, che sembrerebbe indirizzare l’opera nei canali di un capolavoro sottovalutato o perlomeno di un tassello imprescindibile della filmografia demmiana, si potrebbe discutere di una faccenda inusuale: dell’estetica evoluzionistica del cinema del regista. In questa esplosione cromatica e in questa ennesimo pedinamento in loop, la bellezza di tale cinema potrebbe essere essenzialmente la traccia fenomenica della soluzione a un problema di coordinazione. L’esperienza ordinaria viene trasfigurata in qualcosa di straordinario. E Non è proprio questo che Demme fa da sempre? La bomba sexy Melanie Griffith è quella bellezza che si fa promessa della funzione e il nostro sguardo vede qualcosa di travolgente ma a volte semplicemente la superficie della natura, splendente di letizia. Qualcosa di travolgente è quel gusto estetico che Demme attribuisce al mondo femminile. È anche la storia degli anni ’80, di capricciosi cambiamenti di costume e di mode. La moda appunto che Demme ci lascia immaginare, che ripudia i grandi mutamenti. Allora ti senti a volte, in una commedia sofisticata anni ’30, ma che impazzisce nel circuito chiuso di un drugstore rapinato.