FILM IN TV – "Separati innamorati", di Lee Toland Krieger

celeste and jesse forever

Uscito in sordina in sala un anno fa, Celeste and Jesse forever  trova finalmente visibilità sulla pay-tv. Piccolo film orgoglioso, ostinato a non cedere alla malinconia e pronto a cogliere gli umori migliori della nuova commedia americana, in cui la vita di coppia è sempre più una prova di forza davanti a milioni di agenti disgreganti.  Giovedì 2 ottobre su Sky Cinema 1 alle 6.25 (e alle 7.25 su Sky Cinema +1)

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celeste and jesse foreverCeleste e Jesse sono stati più di 500 giorni insieme ed è forse per questo che il racconto della loro separazione, delle strade che si allontanano pian piano fino al momento in cui l’altro sarà solo un puntino all’orizzonte, fa ben più male della rottura fra i cool Joseph Gordon Levitt e Zooey Deschanel, orchestrata dal fin troppo perfetto Marc Webb.

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Eppure di questo amore non ci sono altro che le conseguenze, perché la storia, il corteggiamento, i baci in spiaggia con tanto di iniziali incise sulla sabbia, le fototessere e la torta nuziale sono consegnati ai titoli di testa – in una sequenza musicale autonoma, sulle note delle Littlest Things di Lily Allen – come fosse un’altra storia, un’altra vita, un altro film.

 

celeste and jesse foreverDal saper riconoscere l’innamoramento, il come lo sai su cui si interrogava qualche stagione fa il veterano James L. Brooks al saper capire quando è finito, Rashida Jones e Will Mc Cormack firmano uno script che si insinua sotto pelle, un piccolo film orgoglioso che sembra quasi non voler cedere alla malinconia buttandola sullo scherzo, guardando sempre un po’ verso quella factory apatowiana allargata in cui è maturato l’incontro tra la Jones e Andy Samberg , tenuti a battesimo da Jason Segel e Paul Rudd in I love you man.

 

Apatow quindi, soprattutto nella dialettica fra queste donne decise e volitive e i maschi eterni adolescenti, ma non solo. Celeste and Jesse forever ha il pregio di saper cogliere gli umori migliori della nuova commedia americana, in cui l’amore e la vita di coppia sono sempre più una prova di forza, di resistenza, davanti a milioni di agenti disgreganti.

celeste and jesse foreverA volte si soccombe, come in The Break-up, forse la prima a lanciare la tendenza, con il dimesso commiato tra la Aniston e Vince Vaughn, emotivamente carico nonostante la centrale sequela di gag; a volte si sopravvive, come in This is 40, quando con l’età, la famiglia e la noia, arriva anche la consapevolezza della rarità di un sentimento durevole.

 

Quella che manca a Celeste, pronta a disfare la sua storia imperfetta come una delle tendenze ormai passate di moda che segnala in quanto sociologa pop. E il film è soprattutto il suo percorso di accettazione di uno sbaglio a cui non si può più rimediare, come accade alla perfida e fragile Charlize Theron di Young Adult, cui Celeste aderisce nella sua fase da sguaiata party girl strafatta di erba.

 

Certo qui manca il coraggio per l’affondo finale – che non difetta invece al film più sgradevole e probabilmente sincero del talentuoso Jason Reitman – e la redenzione per la femmina carrierista è dietro l’angolo. Come il suo personaggio, Rashida Jones prende un po’ troppo spazio a Samberg, che lavora però di sottrazione offrendo un encomiabile controcampo all’overacting di lei, con gli sguardi un po’ tristi e colpevoli di chi, partendo silenziosamente dalle retrovie, finisce per tagliare il traguardo, lasciando di sasso il favorito.

 

A ben guardare, è lo stesso fascino del film, che con la sua fotografia vintage e una colonna sonora ricercatamente pop si lascerebbe subito etichettare nel filone "indie snob". Per poi farsi improvvisamente toccante nel momento in cui, abbassando la guardia, mostra i lividi e le ferite lasciati da un sentimento così spossante. Con la macchina da presa di Lee Toland Krieger che si allontana lentamente, ritirandosi dall’inquadratura come da un campo di battaglia.

 

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