FILM IN TV – Soldi sporchi, di Sam Raimi


Sam Raimi, per il suo primo importante noir decide di muoversi negli stessi territori del Fargo dei suoi amici Coen e, attraverso l'adattamento di Un piano semplice di Scott B. Smith, racconta una parabola universale, l'inesorabile declino morale di un uomo disposto a tutto pur di seguire il proprio avido sogno di ricchezza. Venerdì 24 Gennaio, Rete 4 ore 0:05

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La vita di Hank, tranquillo commesso in un negozio di attrezzi agricoli procede in modo ordinario. L’uomo ha una giovane moglie incinta, una bella casa e l’affetto dei suoi concittadini. L’unica scocciatura è il problema di suo fratello Jacob, disoccupato e sfaccendato, che spesso e volentieri insieme al suo amico Lou, ubriacone violento, si ritrova in qualche stupido guaio. Queste piccole disavventure sono, però, poca cosa nella sua vita estremamente tranquilla nell’innevata e gelida provincia americana. Un giorno durante uno svogliato giro in furgone Hank, Jacob e Lou, ritrovano per caso i resti di un piccolo aereo turistico, lo strano scrigno di un tesoro inaspettato: Quattro milioni di dollari. Il destino, con questo “colpo di fortuna”, si divertirà a deviare le loro esistenze incolori dei tre uomini, dando il via a un’inesorabile e sanguinosa discesa agli inferi.  

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E’ il 1998 e sono passati solo due anni dal successo di Fargo. Sam Raimi, all’epoca da molti etichettato esclusivamente come lo stravagante regista della trilogia de La casa, per il suo primo importante noir decide di muoversi negli stessi territori dei suoi due celebrati ex-coinquilini. La solida trama del buon libro Un piano semplice di Scott B. Smith, è la scusa migliore per Raimi di affrontare l’orrore dell’ipocrisia umana, la cieca avidità dell’americano medio, disposto a tutto pur di realizzare il proprio sogno di affermazione (economica).  Soldi sporchi, un po’ come il suo co-protagonista Jacob, se paragonato all’osannato consanguineo Fargo, è il fratello “lento”, il sottovalutato, quello che passa inosservato tra l’indifferenza della gente, incapace di riconoscere il suo talento e la sua profonda sensibilità. La pellicola di Raimi è, infatti, un’opera spietata e sincera, forte di un’anima dura che, non scadendo mai nel compiaciuto cinismo, penetra come una lama tagliente.

L’imbarbarimento morale di Hank (un magnifico Bill Paxton), spinto dall’avido desiderio di una ricchezza immediata e proibita, è una parabola universale, un nuovo argomento a favore della crudeltà della natura umana. Come in una tragedia greca, pur spinti dal proprio invadente destino (un tema trattato come il miglior Cormac McCarthy), questi eroi di Raimi scelgono sempre, con coscienza, la strada sbagliata, resi ormai folli dall’orizzonte di un ricco futuro possibile. Non è un caso che alla fine solo Jacob (Billy Bob Thornton), il puro che sognava solo di ricomprare la propria fattoria di famiglia, si sacrifichi, ormai stanco di sopportare il peso dei propri peccati, consapevole dell’inconsistenza del proprio desiderio di cambiamento.  Finalmente libero sarà, alla fine, l’unico che si svincolerà dalla condanna a vita di suo fratello e di sua cognata, costretti a convivere per sempre, nella loro vita mediocre e noiosa, con le proprie mani sporche di sangue.
 

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