FILM IN TV – Spartacus, di Stanley Kubrick

Kubrick, dirige, senza firma, Spartacus, ostinatamente voluto da Kirk Douglas. Un film di improvvise impennate e geniali soluzioni. Venerdì 28 agosto, ore 23.10, Rete 4

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Spartacus è forse il film più anomalo e sconosciuto tra quelli realizzati, scritti, diretti e con pignoleria assoluta, curati, sotto ogni dettaglio, dal grande regista americano. Il film è nato per il volere ostinato di Kirk Douglas che con la stessa ostinazione volle che il film fosse scritto da Dalton Trumbo, (sceneggiatore di Vacanze romane, tra l’altro e regista del misconosciuto E Johnny prese il fucile), scrittore in odore di comunismo e perseguitato da McCarthy e dalla sua sospettosa commissione. Si era negli anni 60 in piena guerra fredda e Trumbo si accinse a scrivere il film, tratto dal romanzo di Howard Fast, sotto falso nome, come spesso gli capitava in quegli anni. La regia venne affidata ad Anthony Mann, ma Douglas, produttore del film, non fu soddisfatto del suo lavoro e chiamo Kubrick a continuare. I due avevano già girato Orizzonti di gloria. Ma anche con Kubrick le cose non andarono particolarmente bene. Douglas, sentiva come proprio questo film e aveva sempre l’ultima parola su ogni suo aspetto. Il temperamento di Kubrick non poteva sopportare questi atteggiamenti e nonostante tutto il film fu concluso, tutto sommato con risultati se non eccezionali, largamente positivi.
In poco più di tre ore il film pone al centro la vicenda storica dell’ex schiavo e poi gladiatore

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Spartacus, Douglas e Simmons

Spartacus, Douglas e Simmons

che conquista la libertà, ponendosi a capo degli altri gladiatori rivoltosi della scuola di Capua diretta da Batiato (Peter Ustinov). L’ascesa di Spartaco, che coincide con l’incontro con la schiava Varinia (Jeane Simmons) che gli darà un figlio, si consuma nel diventare condottiero di un esercito di ribelli che avrà come scopo la fuga verso l’oriente partendo da Brindisi. Una serie di storie collaterali ci raccontano con dei segni netti di sceneggiatura e sintetici dialoghi, gli intrighi del potere di Roma e le lotte intestine tra Crasso (Lawrence Olivier) e Gracco (Charles Laughton) che rappresentano due modelli diversi e antitetici nel gestire il potere politico e il controllo sul Senato.
Spartacus è un film che pur appartenendo alla gloriosa tradizione dei kolossal di epoca storica (ma che ci hanno raccontato la storia di Roma soprattutto), se ne discosta per quella capacità di dare senso ad un lungo racconto, renderlo sempre appassionante, nel rispetto dei canoni di quel cinema (una certa indulgenza alla prestanza fisica, un eroismo sempre necessario e sacrificale, una certa enfasi nelle forme, nelle immagini e nel commento musicale), ma nel contemporaneo stemperamento di questi

Spartacus, 1960

Spartacus, 1960

elementi, in una storia in cui lo sfondo eminentemente politico, diventa, invece, tema centrale del racconto, del dialogo e di ogni altra componente del tessuto narrativo del film. Non va dimenticato il periodo storico in cui fu girato, non vanno poi dimenticate le vicissitudini, per l’appunto politiche, del suo sceneggiatore e non va neppure taciuto che l’autore del libro (Howard Fast) aveva spiccate simpatie comuniste. Un tale coacervo di fatti che hanno condizionato le vite dei partecipanti al progetto, non potevano non fare risentire gli effetti su un film che, in epoca kennedyana, raccontava a suo modo la conquista della libertà e l’aspirazione ad una nuova frontiera. Kubrick non poteva condividere un tale esplicito manifesto, in verità tutto hollywoodiano, che raccontasse, quasi didascalicamente la conquista della libertà. Il suo genio artistico, aveva bisogno di altri tagli di sceneggiatura, più trasversali e assai meno diretti. Il suo cinema da lì in poi avrebbe viaggiato su altri livelli narrativi, ma soprattutto su un sottile terreno di raffinata eleganza, non disgiunta da una connaturata potenza delle immagini e soprattutto libero da qualsiasi necessità di spiegare tutto, pur essendo i suoi film di immediata percezione, superato l’impatto con la complessa struttura narrativa che naturalmente gli apparteneva.
Ma Spartacus, nel quale probabilmente non si vedrà mai la firma di Stanley Kubrick, poiché

Spartacus, Kubrick

Spartacus, Kubrick

egli la ritirò a film concluso, vive di improvvise impennate e geniali soluzioni. Le pittoriche sequenze del campo di notte, prima della decisiva battaglia con le legioni romane, le coreografie delle guarnigioni sul grande campo di battaglia che fanno tornare alla mente le puntuali sequenze di Barry Lindon, la salvezza finale di Varinia e del figlio ad opera dello sconfitto democratico senatore Gracco, sempre difensore di una plebe sconfitta, contro la sete di potere di Crasso. Gracco preferirà il suicidio all’umiliazione dell’esilio.
Si arriva così alla drammatica sequenza finale che sancisce la momentanea sconfitta di Spartaco e della sua gente, legato alla croce, ma che sa di avere dato origine ad una stirpe di ribelli. In quel momento la sua immagine sembra trasformarsi in quella di un cristologico messia.

 

Titolo originale: id.
Regia: Stanley Kubrick
Interpreti: Kirk Douglas, Jean Simmons, Lawrence Olivier, Charles Laughton, Peter Ustinov, Tony Curtis
Durata:198’
Origine: USA

 

Venerdì 28 agosto, ore 23.10, Rete 4

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