FILM IN TV: "Va' e uccidi" di John Frankenheimer

Affascinantemente dominato dalla follia e dalle ossessioni è un'altissimo esempio di fantapolitica e un grande film malato (e premonitore) non nel senso truffautiano ma in quello surrealistico-barocco, uno dei migliori nella carriera di Frankenheimer. Venerdì 2 dicembre alle 14:05 su La 7.

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Va' e uccidi è un film affascinantemente dominato dalla follia e dalle ossessioni in cui Frankenheimer dimostra di credere nella celebre frase da lui pronunciata su Hitchcock: "Qualunque regista americano che affermi di non essere stato influenzato da lui è completamente pazzo", riuscendo da grande regista a reinventare in modo estremamente personale alcune delle ossessioni di Maestro Hitch, facendole diventare proprie. Attraverso un bianco e nero raffinato, glaciale e tagliente come un rasoio di Lionel Lindon, il regista ci trascina in un mondo in cui passioni, ossessioni, follie e macchinazioni sotterranee si agitano senza posa seguendo una logica perversa, ambigua, imprevedibile e destrutturante. Anche l'utilizzo della m.d.p. è "raziocinantemente delirante" quando utilizza, in mezzo a morbidi e fluidi movimenti, improvvisi interventi con la m.d.p. a spalla che riaffermano in chiave visiva la destrutturazione, vero e proprio fondamento marcescente su cui poggia tutta l'opera, del e nel film. Terribilmente indimenticabili i flashback dei reduci nella loro sporca lucidità come quello del soldato di colore con il soffocamento da parte di Raymond (Laurence Harvey) di un compagno d'armi e soprattutto il colpo di pistola di Raymond alla testa dell'amico (tre anni dopo spalla di Hayley Mills nella raffinata commedia gialla disneyana F.B.I operazione gatto di Stevenson!) che provoca un impressionante spruzzo di sangue di consistenza celebrale sull'immagine di Stalin appesa dietro di lui. Rimane tutt'oggi impressionante anche la scena della telefonata a Raymond nella quale una voce gli ordina di fare un ipnotico solitario, sottolineata da un sottofondo musicale nervosamente espressivo e la sintesi medica del dottore corean-comunista, che definisce il cervello del paziente Raymond "lavato a secco" ideale, quindi, per un killer incosciente, ovverossia né ricordi né sentimento di colpevolezza = né colpa né paura (tutti temi del cinema hitchcockiano). E l'unico concorrente alla disumanità asettica e luciferina del dottore che ci gela il sangue suggerendo "di fare le cose sempre con un po' d'umorismo" è il suo alter ego femminile, la madre di Raymond interpretata da un'ottima e inedita Angela Lansbury "pre-Signora in giallo".

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La follia nel film di Frankenheimer esplode nei momenti più impensati e forse la sua punta massima (anche narrativa) è raggiunta, proprio per la sua casualità d'impianto, nella scena della festa mascherata (in cui si palesa quel travestitismo indotto o spontaneo che investe la maggior parte delle interpretazioni) quando la figlia del senatore comunista che Raymond deve uccidere si presenta vestita come donna di quadri, richiamando l'iconoclastìa carrolliana-disneyana dell'esercito di carte della folle Regina di Cuori in Alice nel paese delle meraviglie. Altri momenti di felice insostenibilità sono la freddezza della sequenza in cui Raymond uccide il suocero-senatore e la figlia (nonché propria moglie) o il montaggio alternato di primissimi piani di Sinatra e Harvey in cui s'inserisce il plongée sul tavolino sul quale giocano un macabro solitario psicanalitico di sole regine di quadri. Straordinario anche il serratissimo e "soffocante" montaggio nella scena finale dell'attentato al candidato alla presidenza (che anticipa l'omicidio di JFK), capace di creare una tensione paragonabile a quella hitchcockiana all'Albert Hall ne L'uomo che sapeva troppo del '56. Quest'ultima sequenza dallo sviluppo imprevedibile (la vittoria dell'umano sull'inumano) è paradossalmente logica (all'interno dell'economia narrativa del film) nella sua conclusione: il suicidio di Raymond, sull'eco della cui fucilata si innesta, con una memorabile idea di montaggio sonoro, quello del tuono nella "quieta" scena conclusiva.


 



VA' E UCCIDI di John Frankenheimer con James Gregory, Laurence Harvey, Angela Lansbury, Janet Leigh, Frank Sinatra
Usa, 1962 (126') Venerdì 2 dicembre, ore 14:05 La 7

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