"Firewall – Accesso negato", di Richard Loncraine
Al centro del film, i corpi: ad esempio quello ormai anziano e "comune" di un Harrison Ford straordinario nel vestire i panni di un "uomo tranquillo" pronto a ribellarsi ed a lottare per difendere il suo "posto al sole", i suoi affetti ed il suo lavoro.
Sarebbe fin troppo facile alla fine della visione di Firewall riscontrare le imperfezioni, i facili riflessi cinematografici e le ombre di tanti plot simili, che le immagini del film di Richard Loncraine allungano sulla retina dello spettatore. Da una struttura narrativa che ripete e aggiorna gli stereotipi della "classica" rapina in banca ad un sequestro familiare con ricatto fino alla figura di uno spietato "cattivo" interpretato da un bravissimo Paul Bettany, tutto può apparire già visto, già passato mille altre volte sullo schermo. Se poi, a complicare le cose, ci mettiamo anche alcuni passaggi narrativi poco chiari o troppo "informatizzati" verrebbe quasi spontaneo ritenere Firewall un'occasione mancata; un brutto film dove una trama non troppo originale si appesantisce ulteriormente a causa di soluzioni improbabili e poco plausibili. Ma sarebbe un giudizio affrettato e superficiale che non tiene conto di almeno due fattori: il corpo-macchina di un attore come Harrison Ford, ed il ruolo epico e politico che i valori familiari continuano a svolgere nell'ultimo cinema hollywoodiano. Due elementi che si mescolano e co-implicano risvegliando immediatamente l'interesse dello spettatore verso questo thriller denso di tracce e sottotesti "politici".
I corpi, soprattutto i corpi: quello ormai anziano e "comune" di un Harrison Ford straordinario nel vestire i panni di un "uomo tranquillo" pronto a ribellarsi ed a lottare per difendere il suo "posto al sole", i suoi affetti ed il suo lavoro; e quello più "macchinico" e complesso di un nucleo familiare che sembra assumere sempre di più il ruolo di protagonista indiscusso in molto cinema d'oltreoceano di questi ultimi anni. Anche perchè in Firewall non ci sono super eroi o agenti speciali, ma solo un esperto di sistemi di sicurezza che diviene eroe per necessità; un corpo che, costretto a lottare, sprigiona attrazione e magnetismi visivi. D'altronde non è la prima volta che Harrison Ford mostra il lato nascosto di un americano sul punto di una crisi di nervi; ma in questa occasione le rughe dell'attore portano i segni di una età che solo apparentemente stride con la figura del protagonista Jack Stanfield: piuttosto i quasi sessantacinque anni della star sottolineano ancora di più la resistenza di questo corpo pronto a subire una significativa ed imprevista mutazione per reagire alle minacce esterne. Una metamorfosi che diviene sottile metafora di un'America stretta fra poetica immunitaria e desiderio di reazione, "chiusura" familiare e fragilità tecnologica. In questo senso le coordinate politiche del film di Loncraine/Ford forse non sono troppo condivisibili ma risultano sicuramente decisive per seguire le traiettorie delle nuove geografie dell'action-movie hollywoodiano…
Titolo Originale: id.
Regia: Richard Loncraine
Interpreti: Harrison Ford, Paul Bettany, Mary Lynn Rajskub, Virginia Madsen
Distribuzione: Warner Bros. Italia
Durata: 105'
Origine: Stati Uniti d'America, 2006