First Winter: hipster post-apocalypse film
Un suggestivo teaser e il trailer di First Winter, appena presentato al Tribeca Film Festival 2012, lungometraggio di debutto di Benjamin Dickinson: oggetto interessante, da "minimalist hipster survival movie" a "metaphysical hipster post-apocalypse film"

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È First Winter, selezionato al Tribeca Film Festival 2012, lungometraggio di debutto di Benjamin Dickinson, già regista per spot e videoclip. Un oggetto interessante che ha portato la stampa americana a inventarsi fantasiose definizioni: da "minimalist hipster survival movie" a "metaphysical hipster post-apocalypse film".
Il progetto, come molti altri (tra cui Meanwhile, nuovo di Hal Hartley, The Ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Losier e il debutto della giovanissima Rebecca Thomas Elecktrick Children) è nato sulla piattaforma di crowdfunding Kickstarter.
L'obiettivo: girare il film in soli 23 giorni, a bassissimo budget e con risorse limitate, con l'intera crew "prigioniera" di una fattoria nella Hudson Valley per incoraggiare l'autenticità del lavoro finale.
First Winter racconta le conseguenze di un gigantesco blackout in uno degli inverni più freddi del secolo. Un gruppo di persone tenta di sopravvivere in un isolato casolare di campagna, sostituendo il riscaldamento e l'energia elettrica con le attività quotidiane destinate al sostentamento, dal taglio della legna alla ricerca di acqua e cibo, e con le pratiche suggerite dalle loro convinzioni: sesso, yoga, droga e musica.
La comunità verrà presto messa in crisi quando il cibo inizia a scarseggiare, ciascuno sviluppa le proprie ossessioni rivolgendole contro quelle degli altri e i nervi di tutti cominciano a cedere.
Tra le ispirazioni che hanno portato allo sviluppo di First Winter, il regista cita Malick, Tarkovskji, Cassavetes e la tradizione letteraria americana di autori come Emerson e Thoreau, e sembra voler cogliere un'istanza che sembra sempre più pressante nella nostra contemporaneità: la volontà (più o meno dichiarata) di isolarsi in una comune (più o meno utopica) come risposta alla disperazione e al disagio del nostro presente.
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