Frágil como o mundo, di Rita Azevedo Gomes

Rita Azevedo Gomes filma la realtà come territorio, spazio in cui si dispiegano le esistenze individuali, in cui gli individui prendono corpo e, allo stesso tempo, subiscono come un processo di materializzazione

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Se c’è una costante nel cinema portoghese contemporaneo, una linea comune che accomuna autori diversi tra loro, da Pedro Costa a Teresa Villaverde, da Botelho finanche a De Oliveira (tanto per citare solo alcuni dei registi presenti a Venezia) è forse l’attenzione ossessiva per la materia, per la possibilità di filmare la realtà materiale per fargli dire altro, per renderla aperta al senso, per scoprire come l’elemento invisibile del mondo, l’immateriale che lo costituisce, sia visibile solo attraverso la consistenza dei corpi, degli oggetti, della terra. “Frágil como o mundo” di Rita Azevedo Gomes filma la realtà come territorio, spazio in cui si dispiegano le esistenze individuali, in cui gli individui prendono corpo e, allo stesso tempo, subiscono come un processo di materializzazione, diventano evanescenti, fragili, come il mondo che li ospita, in cui si dispiegano. João e Vera, i due ragazzi del film navigano, coltivando a distanza il loro amore, attraverso lettere lasciate lungo sentieri deserti, in una realtà sospesa, stilizzata, che Azevedo Gomes ricrea cinematograficamente, attraverso un uso artificiale della fotografia e del bianco e nero. Il loro incrollabile amore si incrina alla fine, come il gioco sapiente affascinante ma freddo della regista. Il film si sviluppa come una sorta di esplorazione del cinema come artificio, come creazione di una realtà immateriale, attraverso un uso straniante della macchina da presa. Quando il meccanismo si intensifica, giunge al culmine allora la materia si mostra fragile, diventa immateriale, come il masso che – racconta Vera – la teneva imprigionata da piccola e che, come per miracolo, si scosta e la lascia passare. L’ambiguità del reale si risolve dunque nella scomparsa della concretezza materiale, dei sentimenti, della vita, del mondo (che si scopre essere) sempre più fragile
Frágil como o mundo
Regia: Rita Azevedo Gomes.
Interpreti: Maria Gonçalves (Vera,) Bruno Terra (João), Sophie Balabanian (la madre di Vera), Carlos Ferreira (il padre di Vera), Manuela De Freitas (la nonna),Duarte De Almeida (il nonno);
Durata: 90’
Origine: Portogallo 2001

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