Una lenta carrellata aerea guida lo spettatore attraverso la facciata di un palazzo residenziale. Al suo interno dei rappresentanti della bella società declamano le virtù dei legami della famiglia tradizionale e dell’amore, inconsapevoli della piega che la loro vita sta per prendere. Fragile mette in crisi i valori tradizionali e i simboli della società postmoderna. Famiglia, lavoro e affetti sono scossi nella loro tradizione di solidità e sicurezza, mostrando il vuoto culturale che nascondono.

Paul (Tom Vermeir) e Anna (Laura de Boer) vivono una vita che appare felice e di successo: lei è un’esperta di restauro che insegna a giovani studenti, lui è socio di una società che sta per concludere un importante acquisizione. Tutte le loro certezze vengono messe in crisi nel momento in cui il figlio, Thomas, viene colpito da una malattia neurologica che i medici non riescono a comprendere. Come porcellana, la loro vita comincia a distruggersi dall’interno, attraverso un processo lento e misterioso che rivela tutte le loro fragilità.

«Mi hai insegnato che, fino a prova contraria, a decidere del nostro destino siamo noi». Una frase che Anna dedica al marito Paul nel brindisi iniziale, che racchiude al suo interno tutte le credenze sbagliate, false e ipocrite della nostra società: marito e moglie pensano di poter controllare il proprio destino allo stesso modo con cui si gestisce una transazione finanziaria o, nel peggiore dei casi, sono convinti che i problemi si possano sempre riparare, come in una ristrutturazione. La malattia del piccolo Thomas inserisce un elemento di caos che i due genitori non avevano previsto e che non riescono né ad indirizzare, né ad aggiustare. Le loro vite sembrano deragliare dal binario su cui erano innestate, ma in verità Fragile non fa altro che rivelare che questo binario non esiste. Per quanto una persona sembri in controllo, in realtà non è altro che in balia degli eventi.

La malattia misteriosa del bambino si manifesta come una distruzione dei valori della società contemporanea: il rifiuto totale del rapporto madre-figlio, l’incapacità di instaurare legami interpersonali con altri bambini, il ritorno ad una dimensione pre-tecnica e animale. Non a caso uno dei sintomi che preoccupano i medici che l’hanno in esame è la mancanza di interesse per i giocattoli, cioè la mancanza di interesse per un sistema di consumi che normalmente viene accettato sin dall’infanzia.

Fragile mette in mostra in maniera interessante quello che Baudrillard ha indicato come uno dei passaggi fondamentali della dialettica tra manifesto e latente nel rapporto tra la società e la morte. Quest’ultima viene rimossa, sublimando in un’ossessione che attraversa tutto il nostro immaginario. In questo modo il film stesso diventa parte e disvelamento di questo meccanismo, in un doppio processo di conferma e denuncia.

 

Titolo originale: Porcelain
Regia: Jenneke Boeijink
Interpreti: Tom Vermeir, Laura de Boer, Neathan van der Gronden, Teresa Saponangelo, Martijn Hartemink, Peggy Vrijens, Johan Heldenbergh, Rafi Albers
Distribuzione: Notorious Pictures
Durata: 96′
Origine: Olanda, Italia, Belgio, 2022