Francis Ford Coppola riceve il Life Achievement Award dell’AFI
L’American Film Institute ha celebrato il regista americano con il premio alla carriera. Una serata tributo davvero speciale che ha visto la presenza di amici e colleghi, da Lucas e Spielberg a Pacino

Cinquant’anni dopo la prima edizione, l’American Film Institute trova il modo di omaggiare Francis Ford Coppola conferendogli il Life Achievement Award. Una serata speciale al Dolby Theatre di Los Angeles per tributare uno dei cineasti che più di altri ha cambiato volto al cinema americano. Ad accompagnarlo, due nomi che insieme a lui hanno fatto la storia della New Hollywood: George Lucas e Steven Spielberg. Al loro fianco, tanti colleghi e attori che nel corso degli anni hanno condiviso con Coppola il set e amicizie, accorsi non solo per rendergli omaggio ma per testimoniare quanto il suo spirito libero e rivoluzionario abbia segnato il cinema di ieri e di oggi. E mentre la figlia Sofia, impegnata sul set a Londra, partecipava attraverso un’intervista video al padre, il resto della grande famiglia cinematografica Coppola era lì, in carne e ossa, a intrecciare un racconto fatto di memoria e gratitudine.
L’American Film Institute aveva cercato per anni di convincerlo. Coppola, fedele alla sua idea di indipendenza, aveva sempre rifiutato. Questa volta ha accettato, quasi a chiudere un cerchio. Una celebrazione dell’arte giovane e ribelle che Coppola continua a inseguire anche in Megalopolis, il suo film più recente. “Un esperimento sconsiderato”, scrive Sergio Sozzo nella nostra recensione, “girato con l’incoscienza dell’esordiente che vende l’azienda di famiglia per finanziarsi il film: come Jack, il bambino Robin Williams nel corpo di un adulto”
Spielberg ha salutato Coppola con una citazione da Apocalypse Now: “Abbiamo risalito tutto il fiume per trovarti, amico”. Poi ha aggiunto: “Sei un combattente per gli artisti indipendenti, un paladino delle loro cause. Ma sei anche, da sempre, impavido nell’aprirti a nuove idee, opinioni e ispirazioni”. E infine, parlando de Il Padrino, lo ha definito come “il più grande film americano mai realizzato”. Lucas ha ricordato l’amicizia con il regista fin dai tempi di Sulle ali dell’arcobaleno del 1968, quando considerava Coppola il suo eroe: “Quando avevo 22 anni, mi ha insegnato a non aver paura di buttarmi dalle scogliere. E ho convissuto con questo per il resto della mia vita, anche se non raggiungo mai il livello più alto che raggiunge lui”. I due registi hanno poi consegnato il premio a Coppola, visibilmente commosso dai tributi dei colleghi.
Durante la serata, in molti hanno omaggio il regista, iniziando dagli attori de Il Padrino. Salito sul palco, De Niro ha detto “Mi hai cambiato la vita”, e ironizzando ha aggiunto: “Grazie, Francis, per non avermi scelto come Sonny ne Il Padrino. Altrimenti non sarei mai stato Vito Corleone in Il Padrino – Parte II”, il ruolo che gli valse il primo Oscar. Al Pacino, invece, ha voluto ringraziare Coppola per “aver creduto in me ancora più di quanto io stesso credessi”, per poi puntualizzare che “Francis ha lottato a lungo per noi. Ha lottato per il suo film e la sua visione, come fa sempre”. Harrison Ford si è soffermato sui suoi inizi , quando, da semplice falegname, si ritrovò a lavorare per Coppola, prima come attore in American Graffiti – prodotto da Coppola – e La conversazione, poi come carpentiere per gli uffici della Zoetrope. “Ero lì a montare una libreria, coperto di segatura, quando George Lucas mi ha visto. Il resto, come sapete, è storia”.
Nel suo discorso, Coppola ha fatto un discorso sul tempo passato e i ricordi: “Ci sono i terreni vuoti in cui ho giocato, la maggior parte dei quali scomparsi a causa di nuovi edifici che non riconosco. Tanti amici e vicini che mi ricambiano il sorriso, quel ragazzo che ora non mi lasciava giocare nella sua squadra e che ancora gioca a palla nel suo club, e tanti altri che ricordo, tutti invecchiati, ma in qualche modo ancora uguali. Un giovane amico, alto e forte come un tempo. No, quello è suo figlio, il bambino che portava sulle spalle.” Ha continuato: “C’è un portico dove la mia famiglia si sedeva nelle calde notti d’estate a bere birra, ma dov’è il vecchio distributore automatico di monete da 5 centesimi, che ha distribuito il primo anacardio che abbia mai assaggiato? Tutti i miei zii, le mie zie, tutti sono ancora qui, là fuori. Alcuni mi hanno salutato con la mano o mi hanno mandato un bacio. Che colpo al cuore. Volti che conoscevo e amavo. Alcuni li temevo, altri mi aiutavano, altri mi incoraggiavano, e altri ancora mi facevano un torto, ma avevano le loro ragioni, e li perdono ancora, perché ho imparato che l’unica persona davvero impossibile da perdonare sei tu stesso”.
Tra estratti video, interviste e aneddoti personali, il tributo all’AFI non è stata solo la celebrazione di una carriera, ma la dimostrazione che l’idea di cinema, quella che Coppola ha incarnato, continua a essere un riferimento, anche per le generazioni future.