"Fred Claus – Un fratello sotto l'albero", di David Dobkin

Film sprecato proprio per il suo voler accontentare tutti, adulti e bambini, Fred Claus perde le potenzialità dell’idea di base, il conflitto tra i due fratelli Claus, per il poco coraggio del regista David Dobkin che non sembra avere nessuna intenzione di uscire dal tracciato della commedia per famiglie

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Fred Claus è la dimostrazione di quanto sia difficile fare una buona commedia di Natale.

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Eppure l’idea era interessante e addirittura originale. Fred ( Vince Vaughn) è il fratello “outsider” di quel Nick Claus (Paul Giamatti) che imperversa da tempo immemore nell’immaginario collettivo, muovendosi goffamente in tutoni rossi e agitando campanacci festosi all’arrivo del Natale. Che cosa c’ è di più intollerabilmente “politically correct” di un fratello che di mestiere fa Babbo Natale? Come si può crescere serenamente in una famiglia in cui la bontà e la perfezione ultraterrena del piccolo Santa rendono qualsiasi successo dell’altro fratello solo un miserabile, inutile tentativo fallito di compensazione?

Completamente alienato dalla sua famiglia, con la quale non ha più rapporti, e dal Natale, che odia per ovvi motivi, Fred è la classica versione edulcorata del dropout che non ha un vero lavoro, non riesce a fare sul serio con la sua ragazza e vive di truffe. Gli si presenta l’occasione della vita; ma ha bisogno di molti soldi, 50.000 dollari. E allora chiama l’unica persona al mondo che può aiutarlo. Suo fratello. Nick accetta  a patto che il fratello vada ad aiutarlo al Polo Nord dove fervono i preparativi per Natale, e dove è in arrivo il vero “villain”( ma poi si scoprirà essere un “good villain”) del film, l’“ispettore per il controllo dell’efficienza” Kevin Spacey.

Film sprecato proprio per il suo voler accontentare tutti, adulti e bambini, Fred Claus perde le potenzialità dell’idea di base, il conflitto tra i due fratelli Claus, per il poco coraggio del regista David Dobkin.

Fred pare sia stato chiamato così in omaggio a Fredo, il fratello “in ombra” di Michael Corleone in Il Padrino. E allora quanto sarebbe stato più coraggioso e anche  divertente vedere in Babbo Natale, capo indiscusso del suo clan di elfi e folletti, almeno alcuni dei tratti caratteristici del boss mafioso? 

C’ è un punto in cui, stuzzicato da Fred sul suo punto debole, e cioè la sua obesità ( “Sei solo un ciccione-megalomane-mangia-panpepato….”), Nick perde la sua correttezza  e risponde con vera violenza all’ insulto, cercando di investire il fratello con la sua slitta a motore. Ma il tutto si risolve con una battaglia di neve che seppellisce le poche risate in embrione.

Il problema è che Dobkin non ha nessuna intenzione di uscire dal tracciato della commedia per famiglie.

Per seguirlo spreca e rende vana la presenza di tanti ottimi attori, da Kathy Bates nei panni della madre dei due Claus a Rachel Weisz in quelli della fidanzata poliziotta di Fred, da Miranda Richardson, perfetta moglie alla Doris Day di Nick a Kevin Spacey, il “cattivo” Clyde, l’ispettore che porta  la notifica di licenziamento a Babbo Natale.

E Vince Vaughn e Paul Giamatti non riescono ad ovviare alle mancanze del film e non convincono fino in fondo.

Ma soprattutto, è un vero peccato perdere una trovata che poteva essere una vera chicca: la riunione dei “Fratelli Anonimi”, a Chicago, dove Fred fa i conti e si confronta con Frank Stallone, Roger Clinton e un furioso Stephen Baldwin. E’ sicuramente la sequenza migliore del film, ed è evidente l’ autoironia dei tre fratelli delle celebrità, eppure non viene sfruttata come dovrebbe, proprio perché non è qualcosa che piacerebbe al target natalizio più importante: i bambini. Dobkin la “seppellisce”subito sotto le palle di neve del Polo Nord e le gag scontate, riducendola ad un interludio godibile ma slegato dal resto del racconto.

A tratti sembra apparire una vena caustica, sarcastica, ma poi ogni cosa torna al suo posto, tra scenografie accurate e prevedibili ed effetti speciali alla Peter Jackson, come il rendere “elfi” attraverso la rielaborazione digitale attori dalla statura normale.

A metà tra un tentativo di satira per adulti e un film per bambini  Fred Claus, come accade a molte commedie, non è veramente divertente. Ma stavolta dispiace davvero, perché uscendo dal cinema rimbomba nella testa un pensiero, una frase:“Che peccato”.

 

Titolo originale: Fred Claus

Regia: David Dobkin

Interpreti: Vince Vaughn, Paul Giamatti, Kevin Spacey, Rachel Weisz, Miranda Richardson, John Michael Higgins, Kathy Bates, Trevor Peacock, Chris “Ludacris” Bridges, Elizabeth Banks

Distribuzione: Warner Bros Italia

Durata: 116’

Origine: Usa, 2007

 

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