Free Guy – Eroe per gioco, di Shawn Levy

Intrattenimento allo stato puro ma il suo potenziale è nell’ironia più che nell’azione. Gioca spesso con lo spettatore con citazioni di videogiochi e fumetti.

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Guy è un PNG, ovvero un personaggio non giocante della sua vita, destinato a restare sullo sfondo e a subire le angherie dei “personaggi giocanti”, senza poter reagire o prendere alcuna decisione. La sua divisa è un’anonima camiciola azzurra, pensata apposta per confondersi sullo sfondo di Free City, un videogioco open world dove giocatori di tutto il mondo, con skin attraenti e armati fino ai denti, si incontrano per giocare a fare i cattivi. Mentre i PG uccidono, rapinano banche e fanno esplodere edifici, Guy (Ryan Reynolds) si sveglia ogni mattina per andare a lavorare in banca, saluta il suo pesce rosso, prende il caffè con il latte e scambia due chiacchiere con il suo migliore amico. Un loop interminabile che si ripete ogni giorno, fino a che non accade qualcosa.

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L’incontro con l’affascinante Molotov Girl, che nella realtà è il genio dell’informatica Millie (Jodie Comer) fa scattare in lui il desiderio di rompere il loop e cambiare le cose. Da quel momento in poi inizia a interagire con i PG seguendo unicamente il suo istinto, pensando autonomamente. Le sue imprese lo rendono famoso in tutto il mondo come “Camiciola guy”, l’eroe di Free City, ma la sua libertà di azione cambia drasticamente le regole del gioco e rischia di mettere a repentaglio tutto l’universo ludico costruito da Antoine, che minaccia di distruggerlo, insieme a tutto il suo mondo.
Guy il primo PNG pensante, la prima intelligenza artificiale, ma a comprenderne il valore sono solo Millie e Keys, ideatori del gioco, poi manipolato da Antoine per incontrare i gusti del grande pubblico. Ma è proprio nello sviluppo inaspettato di questo personaggio la chiave di tutto il film, che lo segue passo passo nella sua graduale presa di coscienza, da sé stesso alla realtà che lo circonda. Free City non è reale, o meglio è una sequenza di codici, ma sorprendentemente il codice si trasforma in pensiero e azione e questo scompagina le regole del gioco. Se i giocatori si connettono per fuggire dalla realtà e vivere una vita parallela in Free City, ora Guy vuole fare il percorso opposto, sforzandosi di sfondare i limiti del gioco per sfiorare la realtà e la ragazza di cui si è innamorato.

L’ingresso dello straordinario nel mondo ordinario di Guy e di Free City ricordano il personaggio di Emmet Mattonowski, l’operaio di mattoncini di The LEGO Movie di Phil Lord e Christopher Miller, che all’improvviso si trova a combattere al fianco di Batman, o la guerra che si combatte tra la realtà e il mondo virtuale di Oasis, in Ready Player One di Steven Spielberg, ma a differenza di quest’ultimo Free Guy è costruito su un’ironia sottile, a tratti dissacrante, più vicina a Deadpool e a tutto l’universo Marvel. Il regista Shawn Levy gioca infatti con lo spettatore, infarcendo il suo film di citazioni, più o meno dirette, a tutto il mondo dei videogiochi e dei fumetti, sfidandolo a riconoscere personaggi e oggetti iconici. Free Guy è intrattenimento allo stato puro ma il suo potenziale è nell’ironia più che nell’azione, trovando nel citazionismo la sua massima espressione, che riesce a coinvolgere lo spettatore in un mondo nuovo, ma allo stesso tempo familiare a accogliente perché costruito su elementi abilmente plasmati sul suo immaginario fumettistico e cinematografico preferito.

 

Titolo originale: Free Guy
Regia: Shawn Levy
Interpreti: Ryan Reynolds, Jodie Corner, Taika Waititi, Joe Keery, Lil Rel Howery, Utkarsh Ambudkar, Camille Kostek
Distribuzione: Walt Disney Pictures
Durata: 115′
Origine: USA, 2021

 

La valutazione del film di Sentieri Selvaggi
3.6

Il voto al film è a cura di Simone Emiliani

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Il voto dei lettori
4 (1 voto)
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