Fukasaku Kinji: Uccidere! Uccidere! Uccidere!

Era il regista dei malavitosi cinici, interessati solo a se stessi, pronti a far fuoco senza il rispetto di nessun codice di onore perché amorali e soprattutto indomabili. Purtroppo pochi di questi "eroi" sono giunti a noi che però abbiamo imparato a riconoscere e "amare" grazie ai film di alcuni figli spirituali come i personaggi di Takeshi Kitano

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Noto soprattutto per il film Tora! Tora! Tora! (girò le scene giapponesi), Fukasaku è stato prima di tutto un grandissimo autore di genere yakuza. Precisamente è stato un esponente di assoluto rilievo nel genere yakuza-eiga, in cui la storia si basava sulle gesta di singoli eroi o di clan mafiosi. Per un decennio, dal 1963 al 1973 circa, i film yakuza divennero immensamente popolari in Giappone. La Tôei, una delle più importanti case di produzione, fu la più prolifica sostenitrice di queste opere. Le avventure private o legate a un gruppo malavitoso di impavidi fuorilegge non erano certo però una novità nel cinema giapponese, dove al contrario si era spesso puntato sull'immaginario del giustiziere leale che vive ai margini della legalità e che pure è strettamente ancorato a un codice di onore. In questo caso, tuttavia, si trattava di uomini appartenenti a un mondo contemporaneo, che alla spada aveva sostituito la pistola e che si confrontava sempre più con la realtà urbana e, soprattutto, con la gente comune.

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Oltre a Fukasaku, altro grande di questo cinema, Katô Tai, è stato purtroppo  snobbato dall'Europa. Un nuovo gruppo di cineasti, di cui faceva parte anche Fukasaku, impose una svolta decisiva al genere yakuza-eiga, dopo il 1973. Le loro storie resero gradualmente desueto il patrimonio dei codici d'onore (ereditato dai samurai). L'estremo realismo si impossessò totalmente dell'intreccio narrativo e vennero accantonate le contaminazioni idealizzanti per una maggiore adesione all'ambiente circostante. "Film come veri documenti", così furono etichettati all'epoca.

Non c'è dubbio che tra i prodotti più folgoranti di questa nuova ondata ritroviamo la serie realizzata appunto da Fukasaku Kinji con il titolo, significativo, "Lotta senza codice d'onore" (otto film girati tra il 1973 e il 1976). Eccessi di violenza pura, stilizzata, truculenta, i film di Fukasaku pulsano di feroce "action". Gli eroi erano Koji Tsurata, Tetsuaya Watari, Bunta Suguwara, Noboru Ando (un vero yakuza riciclatosi al cinema), e soprattutto Ken Takakura (detto "Takaken"), che fu una superstar al punto da lavorare in alcuni film americani (Yakuza, The yakuza del 1974, regia di Sidney Pollack, con Robert Mitchum e Keito Kishi).


A Fukasaku interessava in particolar modo svelare i meccanismi di potere che si manifestavano negli anni settanta, con episodi di sopraffazione e di sfrenata ricerca del più facile guadagno senza alcun residuo di moralità. La tecnica e il realismo propri del documentario gli servivano quindi per tracciare un quadro distaccato di quella generazione criminale: non più legata dalle leggi del gruppo, ma al contrario spietata contro chiunque minacciasse di ostacolarne gli interessi. Un ritratto tutt'altro che romantico, dunque, che Fukasaku ha delineato con ancora maggiore assenza di toni sentimentali in un altro dei suoi film meglio riusciti, "La tomba del codice d'onore", in cui all'eroe non servono più neanche dei motivi apparenti per agire violentemente, spinto da una forza distruttrice che non ha motivazioni di carattere né estetico né leggendario.


Anche nell'ultima fatica di due anni fa, Battle Royale, Fukasaku rappresenta la violenza come irrazionale impulso giovanile, senza apparenti motivi etici, esplorando quindi una generazione che gli adulti con grande difficoltà e poco successo tentano di interpretare. Il film fu presentato a Rotterdam e arriverà quest'anno anche in Francia pur avendo subito forti pressioni censorie. Giudice di una gara ad eliminazione fisica è un certo Kitano Takeshi, che dovrà controllare il rispetto delle "regole" di un gruppo di giovani ribelli pronti a uccidersi su un'isola deserta su cui sono stati deportati. Attenzione: pericolo di emulazione senza fine, come per i film di Fukasaku, come per i film yakuza, come per il lato oscuro della natura umana chiamato "violenza".

 

LINK


http://www.filmfestivalrotterdam.com/2003/nl/person/52909.html


www.jfroma.it


http://www.sentieriselvaggi.it/wp-content/uploads/articolo.asp?idarticolo=3834&idsezione=5

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