"Full Frontal" di Steven Soderbergh

Si ha l'impressione che Soderbergh si serva di scarti di pellicola preesistenti (specificatamente "Ocean's Eleven" e "L'inglese"), di materiale da riutilizzare secondo un film che si compone di frammenti ma che ha la pretesa di costituire la linea teorica di un metodo Soderbergh del quale però sfugge l'assunto principale

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L'intellettualismo all'europea di Steven Soderbergh in Full Frontal – opera travestita da cinema indipendente sotto il marchio Miramax – sfocia nel peggior fellinismo d'accatto alla 8 e mezzo. Nel film, anche se il regista riminese non viene mai citato, c'è proprio l'itinerario del processo formale che porta a quel cerebrale trasporto "dal set al set", con presuntuose dichiarazioni a metà tra la libertà Nouvelle Vague e il metacinema di Godard (con tanto di locandina di Il disprezzo). Se il giovane cineasta statunitense aveva già posto dei dubbi circa la sincerità del suo cinema, sin dal troppo acclamato esordio di Sesso, bugie e videotape, Full Frontal spinge all'estremo quella coralità eccessivamente calcolata di l'Inglese e Ocean's Eleven dove però non sempre l'azione produce ritmo. Ambientato a Los Angeles nell'arco di 24 ore, Full Frontal è "un film sul film" – con la continua duplicità tra l'attore e il personaggio che interpreta – che si sofferma su diversi personaggi: Linda è una massaggiatrice che cerca l'uomo giusto; Carl ama sua moglie Lee; Lee vorrebbe farsi amare da Calvin; Calvin, che interpreta il ruolo di Nicholas, personaggio che nel film che si sta girando è innamorato di Francesca. La vita di tutti questi protagonisti ruota comunque attorno alla figura del produttore Gus. Soderberg costruisce deliberatamente sin dall'inizio il proprio inganno, producendo titoli di testa falsi per lasciare entrare dentro un'altra storia che viene mostrata nell'atto stesso del proprio produr/si. Ma alla fine, con la presenza di Brad Pitt e Julia Roberts già interpreti di Ocean's Eleven o della fugace apparizione di Terence Stamp protagonista di L'inglese, si ha l'impressione che Soderbergh non solo voglia urilizzare queste star per dei cameo autocelebrativi ma che addirittura si serva di scarti di pellicola preesistenti (specificatamente Ocean's Eleven e L'inglese), di materiale da riutilizzare secondo un film che si compone di frammenti ma che ha la pretesa di costituire la linea teorica di un metodo Soderbergh del quale però sfugge l'assunto principale.

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Titolo originale: Full Frontal
Regia: Steven Soderbergh
Sceneggiatura: Coleman Hough
Fotografia: Peter Andrews
Montaggio: Sarah Flack
Musica: Jacques Davidovici
Interpreti: Blair Underwood (Calvin/Nicholas), Julia Roberts (Francesca/Catherine), David Hyde Pierce (Carl), Catherine Keener (Lee), Mary McCormack (Linda), David Duchovny (Gus), Nicky Katt (Hitler), Enrico Colantoni (Arty/Ed), Terence Stamp (uomo in areo/se stesso), David Fincher (regista), Brad Pitt (se stesso)
Produzione: Scott Kramer, Gregory Jacobs per Miramax Films
Distribuzione: Mikado
Durata: 111'
Origine: Usa, 2002

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