Fuoco fatuo, di João Pedro Rodrigues
Il colonialismo del Portogallo, l’ironia queer più iconoclasta. Un film probabilmente minore del regista, eppure mai così divertito e divertente.

“Come si può difendere ciò che non si desidera?”, dice l’istruttore nero Afonso al re bianco senza corona Alfredo quando la loro esercitazione di salvataggio diventerà progressivamente seduzione, bacio e coreografia. Lo stesso desiderio per il quale i corpi nudi e in posa dei vigili del fuoco di Fuoco fatuo replicano e trasformano in una sorta di baccanale acrobatico queer i dipinti di Caravaggio, Rubens e Francis Bacon, fino alla Pietà come ultimo e definitivo tableau vivant prima dell’addio. Come a dire, in una delle tante sequenze brillanti e parossistiche messe in scena da João Pedro Rodrigues nella sua audace “fantasia musicale”, che perfino l’arte non può esistere se non è mossa dalla carne. Sei anni dopo avere provocatoriamente (omo)sessificato, e quindi a suo modo nuovamente santificato in un vero e proprio percorso di Fede e di redenzione, Sant’Antonio da Padova (o da Lisbona, dove nacque e di cui è patrono) nel cammino erotico e giocosamente eretico di O ornitólogo, il regista portoghese immagina ora una fiaba musical gay onirica e farsesca, consapevolmente incongrua, sovraccarica e dissacrante. Un film in cui la brama si erge a ben precisa rivoluzione, e lo sperma, tanto più se copiosamente sgorgato sulla faccia di un principe da un discendente dei suoi schiavi, può diventare il definitivo ribaltamento sociale con cui umiliare e ridicolizzare il colonialismo, vendicarlo in una dominazione sessuale e in una risata di scherno.
Gira tutto attorno al desiderio, in Fuoco fatuo. Quello del re detronizzato dalla Repubblica che sogna ancora di riprendersi la corona, quello del principe Alfredo suo figlio che invece vuole arruolarsi nei vigili del fuoco secondo “meritocrazia repubblicana”, quello dell’intera caserma gay che fra esercizi fisici, prove di forza, mutande strappate sul culo e cazzi al vento (o enormi sul muro in diapositiva, proprio come i tronchi di quegli alberi amati e cantati da bambino) non smette mai di esibire e di bramare i propri corpi. Un desiderio che Rodrigues trasforma in un viaggio cinematografico onirico che inizia e finisce nel 2069 della morte del principe, passando per il 2011 della sua infanzia e per l’oggi della sua vita da aspirante pompiere in cui scoprire il sesso fra porte/sipario e macchinine, palcoscenici casalinghi e luminosi prati d’amore vicino al fiume, assurde ipocrisie solidali da lontano della famiglia reale quando spegne le candele durante un incendio in TV e definitivi sovvertimenti politici che si cristallizzeranno infine nel disvelarsi delle più alte cariche dello Stato democratico. Fino alla contemporaneità che irrompe ma in un flashback, con la notizia dell’intera famiglia di Alfredo sterminata dal Covid.
Titolo originale: Fogo-Fátuo
Regia: João Pedro Rodrigues
Interpreti: Mauro Costa, André Cabral, Joel Branco, Oceano Cruz, Margarida Vila-Nova, Miguel Loureiro, Dinis Vila-Nova, Luisa Castelo Branco, Vasco Redondo, Teresa Madruga, Ana Bustorff, João Mota
Distribuzione: Risi Film. In collaborazione con Arch Film
Durata: 67′
Origine: Portogallo, Francia, 2022