Fuoricampo, di Collettivo Melkanaa

Opera prima corale firmata dal collettivo Melkanaa in cui il campo di calcio è il pretesto per accompagnare la vita di tre ragazzi africani durante l’estate del 2016 a Roma

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La Liberi Nantes Football Club è una squadra di calcio composta da rifugiati e richiedenti asilo, che partecipa al campionato di terza categoria senza poter concorrere al titolo. Alla maggior parte dei giocatori, infatti, mancano ancora i documenti richiesti dalla Federazione per poter competere a tutti gli effetti. L’esclusione della squadra dalla classifica riflette l’impossibilità dei migranti di mettersi in gioco in un paese straniero. Il campo di calcio è il pretesto per accompagnare la vita di tre ragazzi africani durante l’estate del 2016 a Roma. Nato durante la prima edizione del Master in Cinema del Reale, organizzato dall’Università degli Studi Roma Tre, Fuoricampo è un’opera prima corale firmata dal collettivo Melkanaa (Melkanaa in lingua mandinga significa le cose che verranno), composto da tredici giovani autori provenienti da diversi ambiti artistici e accademici. Le parole del Collettivo: “Lo stile del film è caratterizzato dalla moltitudine dei punti di vista che si concretizza in approcci differenti ma allo stesso tempo complementari. Infatti, la narrazione delle vicende di ogni personaggio si completa e arricchisce attraverso le altre.

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Il campo XXV aprile è lo spazio fisico in cui si sono incrociate le vite dei nostri protagonisti. Questo luogo diviene cornice narrativa a servizio del film, il tentativo di astrazione dal racconto delle singole vite, per poter raccontare e problematizzare il contesto più ampio nel quale ci troviamo: la discussione mediatica e le modalità di accoglienza dei migranti nel nostro paese. Nella cornice, invece, si è deciso di raccontare il contesto di partenza attraverso due scelte stilistiche complementari: da un lato il materiale d’archivio sonoro evoca la situazione contemporanea legata ai flussi migratori dell’area mediterranea, dall’altro la manipolazione creativa del girato ci introduce visivamente alla squadra e ai personaggi”.

Diviso in tre corpi: attacco, centrocampo, difesa. L’opera respira con grande disinvoltura e resta solidamente tra il fuorigioco e il fuoricampo. A un certo punto si è deciso di sbarazzarsi dell’aspetto tribale del calcio e si è inventato, appunto, il fuorigioco, che impedisce che tutti vadano nello stesso posto contemporaneamente, accalcandosi nell’area di rigore. Il calcio non è un’addizione, e non è nemmeno una moltiplicazione. Proprio come negli scacchi, i pezzi da novanta possono essere messi in condizione di non nuocere da pedoni abilmente disposti. Le grandi squadre sono fatte di amici, di compagni d’infanzia, di sventure, di figli di una determinata epoca, di una classe sociale o di una stessa nazione. La squadra è un sogno, la squadra è una fede. Ecco cosa si prova in campo e fuoricampo: l’esilio ti riporta dall’altra parte dello specchio, praticamente nell’oltretomba. L’esilio è la condizione in cui ciò che si crede sia la vita non è affatto la vita.

Regia: Collettivo Melkanaa
Interpreti: Mohammed Danso, Chikwendu Chijoke, Maxwell Ofoomata, Abdoulane Seck
Distribuzione: Distribuzione Indipendente
Durata: 72’
Origine: Italia, 2016

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