Future Film Festival 07 – "Princess" di Anders Morgenthaler (Anteprime)

"Princess", del regista danese Anders Morgenthaler, è un film cupo e mortifero, che utilizza il cinema nella sua complessiva forma espressiva e che dimostra la sensibilità dell'autore nel dosare le soluzioni. nella sezione “Anteprime"del festival bolognese

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E' un racconto politicamente scorretto Princess, il film del danese Anders Morgnethaler regista trentacinquenne laureatosi alla Danish Film School nel 2002, selezionato nella sezione "Anteprime "del Festival bolognese.

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Princess è la storia di Mia, figlia della pornostar Christine. Alla morte della madre la piccola sarà accudita dallo zio che avrà modo così di ripercorrere la vita della giovane sorella dal passato che giudica non impeccabile.


Un racconto segnato da un disegno che trasferisce, nella felice immediatezza del tratto, tutta la drammatica consistenza della storia. Storia di un adulto e di una bambina, ma di una bambina disarmata davanti alle oscure e sfuggenti omissioni dello zio. Morgenthaler è abile nell'inserire, quasi a sorpresa, immagini dal vero che rendono vitale il disegno conferendo, in maniera ulteriore, quella patina di verità che accresce l'incubo della storia, che pur aprendosi in un finale letteralmente solare, resta un film cupo e mortifero. Il film, con la sua esplicita forma narrativa e i caratteri dei suoi personaggi è indirizzato esclusivamente ad un pubblico adulto che ritroverà nel doppio binario sul quale ruota la storia, gli esiti più felici del lavoro di Morgenthaler. La storia di Mia da una parte, il suo passato raccontato attraverso le sue stesse parole, gli argomenti del sesso trattati come gioco con i coetanei stupefatti, una forma familiare del tutto originale e scandalosa, dall'altra il connotato distruttivo dell'altro protagonista che, per proteggere la nipotina la coinvolgerà nel suo disegno criminale attraverso il quale vuole uccidere chi, sfruttando la sorella si è arricchito, preparano il finale tragico e senza sbocco. Princess è un film complesso, ricco di dolorose ombre e illuminanti momenti di cinema, attraverso un uso sapiente del mezzo, nel suo complesso: il cinema animato, il videotape con personaggi reali e una breve parte finale di girato che prende il posto del disegno animato, dimostra una grande sensibilità nel dosaggio di queste soluzioni e non manca di sorprendere e ben disporre lo spettatore.

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