FUTURE FILM FESTIVAL – Dai mondi tecnologici di Godfrey Reggio ad "Akira"

Una giornata dedicata al grande regista americano e alla presentazione de "L'uovo" di Dario Picciau, chiusa con la proiezione di uno dei capolavori della cinematografia d'animazione nipponica.

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La penultima giornata del Future Film Festival ha visto la presenza di Godfrey Reggio, cui è stata dedicata una retrospettiva completa, con la proiezione della trilogia Koyaanisqatsi (1983), Powaqqatsi (1988) e Naqoyqatsi (2002), nonché di Anima Mundi (1991), film realizzato per il Fondo Mondiale per la Natura.

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Alto e imponente, il regista americano ha annunciato, durante la conferenza stampa del mattino, un "intervento iconoclasta sul fatto che tutti noi siamo diventati dei cyborg". La curiosità per tale tema è poi stata ampiamente soddisfatta nell'incontro pomeridiano, nel quale Reggio ha affrontato il tema della "tecnologizzazione" del mondo, spiegando esaurientemente il tentativo di sviluppare la tematica attraverso la trilogia "qatsi" (il termine, derivato dalla lingua Hopi degli indiani d'America, significa "vita in disequilibrio"). Dal primo film, che parla della realtà del Nord del mondo dominato dalla tecnologia, è passato a un'analisi del mondo del Sud, più ordinato e tranquillo (il tema del secondo film), quindi ha concluso il suo studio ventennale con Naqoyqatsi, dove il tema dominante è la globalizzazione del mondo attuale. La teoria di Reggio è che la tecnologia rappresenta tutto ciò che ci sta intorno, l'ambiente, e poiché noi siamo fondamentalmente il nostro ambiente, noi siamo diventati tutti cyborg. Un vero peccato, in quest'ottica, non aver potuto assistere alla proiezione del cortometraggio Evidence, girato a Roma alcuni anni fa, una sorta di studio sui dirompenti effetti provocati dalla televisione su bambini dai tre ai cinque anni. Reggio ha parlato approfonditamente di questo breve (7 minuti) cortometraggio, cercando soprattutto di raccontare al pubblico l'esperienza della visione e della realizzazione del film. A seguire, regista, produttore e sceneggiatore e due tecnici di L'uovo hanno presentato il lungometraggio al pubblico. Al film è stato assegnato dai due direttori del Festival il Platinum Grand Prize, che da quest'anno premia l'opera che presenta novità e qualità di rilievo nell'ambito del cinema digitale e d'animazione. Il premio è andato al film di Dario Picciau "per la capacità di immettere elementi di novità stilistica e narrativa nel linguaggio dell'animazione in computer grafica 3D con una produzione indipendente di grande qualità".

Al termine della giornata, la proiezione speciale di Akira (1988) di Katsuhiro Otomo è stata l'occasione per vedere (o rivedere) uno dei più celebri e costosi lungometraggi d'animazione mai realizzati in Giappone. Il film è stato seguito dalla proiezione del Making of, una vera "chicca" per gli appassionati, con un'intervista al regista e spiegazioni dettagliate sul lungo e complesso lavoro di ideazione, preparazione e realizzazione dei disegni animati di quello che è ormai un vero e proprio "cult".

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