George Carlin e la IA: ancora dubbi sulla riconoscibilità dell’autore

Torniamo sulla questione George Carlin-IA, stavolta parlando dell’inesorabile scomparsa della riconoscibilità autoriale nell’epoca delle Intelligenze Artificiali

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Dopo il caso dell’episodio di Dudesy (podcast scritto e diretto dall’omonima Intelligenza Artificiale) nel quale il leggendario comico George Carlin riviveva in uno special di un’ora (dal titolo I’m Glad I’m Dead), gli autori e i rappresentanti legali del comico hanno iniziato una causa legale che ha portato all’eliminazione dello special da qualsiasi piattaforma. Seppure per stessa ammissione di Dudesy lo spettacolo è stato pensato come una “imitazione”, nata allenando l’IA su tutti i reali monologhi tenuti da Carlin, successivamente è emerso come in realtà la stesura del testo fosse interamente opera di una mente umana.

Quindi nonostante l’apporto generativo di Dudesy, c’erano degli elementi che hanno subito fatto pensare che il monologo fosse stato scritto da una persona; come raccontato dettagliatamente da Ars. “È un personaggio podcast immaginario creato da due esseri umani, Will Sasso e Chad Kultgen“, ha dichiarato la portavoce Danielle Del. “Il video di YouTube I’m Glad I’m Dead è stato completamente scritto da Chad Kultgen.”

George Carlin sarebbe quindi un personaggio inventato? Le IA stanno spostando sempre più oltre l’appartenenza autoriale in qualsiasi campo creativo, e le tracce di queste ultime nelle opere si sfumano giorno dopo giorno. Sono emersi anche casi di artisti che ammettono l’apporto delle IA, e che si sono trovati a dover esplicare questo metodo di lavoro ai loro follower per una questione di chiarezza e trasparenza.

Questo del comico statunitense comunque è solo uno dei casi che ci raccontano di un presente ancora più confuso e frammentato. Le proteste nel corso del 2023 da parte degli addetti ai lavori (sia del cinema che dell’audiovisivo, sino ai videogiochi) raccontano quindi di una necessità di tutele e diritti da tenere in conto, chiedendo a gran voce delle regolamentazioni in grado di salvaguardare il lavoro dei creativi di ogni ambito. L’Europa è l’apripista in questo senso, pensando all’approvazione a marzo dell’AI Act, la prima storica regolamentazione nei riguardi delle Intelligenze Artificiali nel campo governativo.


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