Gerard Butler e Aaron Eckhart: la crisi tra Stati Uniti e Corea in "Attacco al potere"
I due protagonisti sono a Roma per presentare il film diretto da Antoine Fuqua. Nel corso dell'incontro affrontano le analogie tra il film e la crisi attuale tra i due paesi, di Obama e del cinema sulla 'Casa Bianca in pericolo' che verrà affrontato anche nel prossimo White House Down di Roland Emmerich. In Italia dal 18 aprile in 320 copie
Cosa l'ha spinta a realizzare questo film come produttore?
Gerard Butler: Innanzitutto volevo salutare tutti, è un po’ che non vengo in Italia. Poi non ho dormito. Una delle ragioni per cui ho voluto realizzare questo film è perché aveva la struttura dei classici film d’azione tipo Die Hard. Con una storia ruvida, spigolosa e reale. Volevamo raccontare qualcosa di nuovo soprattutto per quello che riguarda la situazione politica. Ci abbiamo messo molta azione ma abbiamo anche cercato di rendere l’attacco alla Casa Bianca il più reale possibile. Anche perché oggi la minaccia del terrorismo è più forte rispetto al periodo di Reagan. Uno dei consulenti del film era della scorta presidenziale di Reagan.
Con la crisi tra Stati Uniti e Corea avete in qualche modo anticipato la realtà
Aaron Eckhart: Si tratta sempre di un film quindi di fiction. Poi qui parliamo di una cellula terroristica e non del governo coreano. Spesso poi la Casa Bianca viene vista come un trofeo su cui mettere le mani. Attacco al potere però celebra soprattutto gli eroi nascosti, quelli che stanno dietro le quinte e garantiscono la nostra sicurezza. Per quanto riguarda la situazione tra Stati Uniti e Corea, auspico che ci possa essere una maggiore distensione.
Obama il film l'ha visto?
Aaron Eckhart: Si, l’ha visto e gli è piaciuto
Gerard Butler: Anche Bush padre e signora l’hanno visto. Se avessimo fatto un film con terroristi giamaicani foprse nessuno se lo andava a vedere. La crisi nordcoreana non è comunque cominciata la settimana scorsa ma c’è già da un anno. Forse adesso ha raggiunto un culmine di drammaticità.
La scelta di Antoine Fuqua come regista?
Gerard Butler: Antoine e io siamo ottimi amici eavevamo già pensato di fare qualche progetto insieme. Quando mi hanno offerto questo progetto, ho subito pensato che il cinema di Fuqua fosse perfetto per questo tipo di film. Forse all’inizio poteva sembrare fantascientifico ma poi lui l’ha reso reale anche perché ha un modo di girare che non scende mai a compromessi. Abbiamo in comune anche lo stesso film preferito che è Apocalypse Now che in qualche modo ha al centro il racconto mitico dell’eroe. Attacco al potere mostra che l’eroismo è presente in tutti noi.
E quella di Aaron Eckhart?
Gerard Butler: Quando Aaron ha accettato di partecipare, il film praticamente già c’era. E’ stato bello vederlo recitareper il modo in cui mostra l'integrità e il dolore del Prtesidente degli Stati Uniti.
Si è ispirato a qualche figura di Presidente degli Stati Uniti sul grande schermo?
Aaron Eckhart: Ad ogni ragazzino americano viene insegnato un giorno di poter diventare il Presidente degli Stati Uniti. Ho molto rispetto per il mio paese e per questa carica, quindi quando Antoine mi ha proposto questo ruolo mi ha fatto gli esempi di JFK e Obama, in particolar modo della scena di apertura. Fuqua voleva che questo personaggio fosse duro e atletico anche per fronteggiare tutte le difficoltà che poi inconterà nel corso del film.
Tra un po' uscirà White House Down di Roland Emmerich. La Casa Bianca è in pericolo?
Gerard Butler: Il cinema funziona così. Si fanno due film sugli alieni, due su Cenerentola e due che fanno esplodere la Casa Bianca.