GERMANIA 2006 – Que Viva Espana!

Mentre in Italia si dibatte, senza vergogna, sull'amnistia per "calciopoli" in caso di vittoria della Nazionale al mondiale, la "giovane Spagna" rappresenta sul campo il più bell'esempio di calcio moderno, tecnico e tattico, concreto e spettacolare. Con i "senatori" in panchina e dei giovanissimi fenomeni che umiliano l'Ucraina a suon di gol.

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La vittoria della nazionale italiana con il Ghana ha "già" dato alla testa a molti. La sera di lunedì si sono visti i primi, neanche troppo timidi, caroselli di automobili strombazzanti  con le bandiere per le strade delle città. I giornali sono tornati a dedicargli ben 9-10 pagine e l'Auditel ci ha raccontato che erano oltre 21 milioni gli italiani davanti gli schermi Rai a vedere la partita (ai quali andrebbero aggiunti, forse, qualche milione di spettatori che preferiscono vedere le partite su Sky, no?). Di colpo una nuova ventata di orgoglio nazionale sembra pervadere il Paese, ancora sotto shock (e vergogna) per l'inchiesta di "calciopoli", che mentre Totti e compagni se la giocano in Germania continua le sue indagini e interrogatori sul "marcio" del mondo del calcio ( e la notizia di oggi è il cambio al vertice della Juventus, con l'arrivo in società nientemeno che di una "bandiera" come Marco Tardelli mentre si profila l'arrivo in panchina di un personaggio come Zaccheroni, con chiare simpatie "di sinistra"…).

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Ma la proposta più demenziale arriva da un parlamentare di Forza Italia, Maurizio Paniz, che è anche presidente dello Juventus club di Montecitorio, il quale dopo la vittoria degli azzurri ha affermato senza alcuna vergogna: "Se vincessimo i Mondiali, bisognerà valutare se sarà opportuna o meno un'amnistia nel mondo del calcio". Siamo al "garantismo sul risultato"… e che succede se l'Italia viene fatta fuori? Tutti dentro????


A questo delizioso parlamentare, avvocato di spicco di Belluno (tra l'altro tra i relatori dell'unica legge da non abrogare dell'ultima legislatura, quella sul "pari affidamento" dei figli per le coppie separate), lancia una provocazione con il chiaro intento di far intervenire il centro sinistra in posizione "giustizialista", e il nostro ministro allo Sport e politiche giovanili, Giovanna Melandri,  evidentemente mal consigliata, subito "abbocca": "No a qualsiasi amnistia per Calciopoli, anche se l'Italia dovesse vincere i Mondiali in Germania" – ha detto –  "Si tratta di due strade completamente diverse: si può sostenere la Nazionale nonostante gli scandali degli ultimi mesi. E allo stesso tempo non si deve arretrare di un centimetro nella partita che deve portare a una riforma del settore".


Parole, ovviamente, sacrosante. Ma, ci domandiamo, necessarie? E' possibile abboccare ad ogni provocazione che l'opposizione (prima governo) lancia?


La rissa mediatica è una di quelle cose che sarebbe bello fosse spazzata via dal "nuovo corso" del calcio. La sparizione benemerita de "il processo del lunedi'" è un salto in avanti straordinario per il mondo del calcio, che mai come in questi mondiali sta godendo – soprattutto su Sky e la7 – di commenti e dibatti assolutamente "tecnici", con giornalisti ed ex calciatori che, sorprendentemente, parlano di calcio!  Se solo si riflettesse un po' di più su quest'arena mediatica che dagli anni ottanta ha caratterizzato il calcio italiano e dal 1994 la politica italiana, forse si eviterebbe di accettare la rissa come terreno di confronto, dove chi la spara più grossa ottiene i migliori risultati (non aveva già detto tutto Nanni Moretti in quel delizioso capolavoro che era Sogni d'oro, quando vinceva la "gara televisiva" con degli insulti di prima grandezza"? – Se si accetta quel tipo di scontro si deve essere preparati a quel gioco, a quel livello di volgarità, altrimenti si perde). Se oggi, dopo la "sparizione" de "Il processo del lunedì", "sparisse" anche "Porta a porta" (suggerimento per gli esponenti politici del centro sinistra: basta non andarci…) forse potremo avere un Paese migliore…  Dove i dibattiti politici avvengono in parlamento e le inchieste della magistratura si dibattono nelle aule dei tribunali…  Ma non sarebbe più il paese dei furbi (i pubblicitari che da vent'anni e passa ci "governano") e quelli che si credono furbi (come quei personaggi specializzati negli "inciuci" così ben raccontati da quell'"antipatico" di Marco Travaglio nel suo articolo sull'ultimo "Micromega"  4/2006 – che tra l'altro contiene un interessantissimo speciale sul "mondo pallone" che vi suggeriamo di leggere). Ma quando la sinistra capirà che per liberarsi di Berlusconi deve prima liberarsi di gran parte del suo gruppo dirigente (ancora Moretti e il suo "urlo" a Piazza Navona, nel 2002, ricordate? SONO ANCORA TUTTI LI'!!!)?. E qui mi viene in mente una domanda cattiva, forse velenosa, sul cinema: come mai il nostro amatissimo sindaco Veltroni (che noi romani, Totti compreso, abbiamo tutti votato – qualcuno vocifera che persino Alemanno lo ha fatto…) ha messo tra i "selezionatori" della sua meravigliosa "Festa del cinema" proprio due critici che da anni sono dipendenti o lavorano per le aziende di Berlusconi come Piera Detassis (direttore di Ciak) e Mario Sesti (collaboratore di Medusa Video)?

Ma torniamo al calcio, che è meglio…


Oggi la Spagna di Luis Aragones, ha meravigliato tutti annichilendo l'Ucraina del pallone d'Oro Shevchenko che solo poche settimane fa aveva pareggiato in amichevole con l'Italia, rimediando una discreta figura. Ma la Spagna ha fatto piazza pulita dei "senatori" , relegando persino il grande Raul in panchina, lasciando spazio per una formazione giovanissima ma piana di grandi talenti "misconosciuti" del calcio europeo. Che il ventiseienne Xavi, fosse il vero faro del centrocampo del Barcellona (che peraltro ha dovuto rinunciarci per sei mesi per un grave infortunio), bastava guardare una partita qualunque della prima parte del campionato spagnolo per capirlo. Tecnicamente di grande qualità Xavi ha soprattutto una straordinaria capacità di collocarsi al centro della manovra, sempre disponibile e libero per i compagni di squadra, pronto a lanciare con perfezione anche a distanze di 30-40 metri. Tocca duecento palloni e ne sbaglia un paio a partita questo prodotto delle giovanili del Barcellona, capace di essere assieme un incontrista, un regista e anche un grande tiratore. Potrebbe essere lui una delle stelle di questo mondiale che, dopo le patetiche prestazioni di Francia e Brasile di ieri, sembra aver smarrito per strada un po' di talenti.  Ma Aragones non solo ha messo assieme dei piccoli campioncini con grande fame di successo – due di questi, Xavi Alonso e Victor Garcia giocano in Inghilterra, nel Liverpool, – ma ha saputo avere coraggio nel mettere da subito il giovane David Villa, attaccante di estro e fantasia del Valencia, che lo ha ricambiato subito con una doppietta.  Ma al di là di avere tutti i reparti ben assestati (con la difesa nelle mani di Carlos Puyol , recente campione d'Europa con il Barcellona), quello che ha colpito è questa "modernità" di gioco delle "furie rosse", con la squadra compatta e tutti i giocatori pronti a continui inserimenti "in verticale" negli spazi, quei movimenti che in Italia si sono visti solo nella Roma di Spalletti e di cui infatti solo De Rossi e soprattutto Perrotta  ci hanno fatto vedere qualcosa di simile nella partita dell'Italia.


Mentre i fuoriclasse francesi e brasiliani (che presi uno ad uno sono fortissimi), si rimiravano allo specchio della loro individuale bravura senza creare un "corpo unico" di squadra, la giovane Spagna vista oggi allo stadio di Lipsia rappresenta certamente la nuova realtà emergente (forse con l'Olanda) del calcio europeo. Se poi saprà resistere per l'intera durata di un mondiale è però tutta un'altra cosa, e la storia dei mondiali di calcio è piena di grandissime esibizioni di nazionali ai primi turni che poi sono state eliminate da altre squadre più ciniche (in tal senso attenti all'Argentina…).

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